Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Paralizzato dopo lo schianto il giudice taglia il risarcimento
Thomas Bognolo era caduto in barca: «Concorso di colpa»
Sono passati più di quattro anni da quel maledetto incidente. Quel giorno Thomas Bognolo, pescatore della Giudecca, a causa di uno schianto in barca era caduto rimanendo tetraplegico. Ieri il giudice ha ridotto il risarcimento nei suoi confronti. Al timone dell’imbarcazione, andata a sbattere contro una briccola nelle acque della laguna, c’era il 25enne Alex Saivezzo. Il ragazzo era finito a processo, accusato di lesioni colpose e con l’accusa di non aver prestato abbastanza attenzione alla guida della barca. Tanto che Bognolo, che oggi ha 33 anni, a causa dell’impatto era caduto all’indietro. Le conseguenze erano state pesantissime, la sua vita era cambiata completamente da un giorno all’altro. Il giudice di pace in primo grado aveva condannato Saivezzo, insieme alla compagnia assicurativa Groupama Spa, al pagamento di una provvisionale di due milioni e 380mila euro. Di questi, 1,8 milioni erano destinati a Bognolo, 150 mila euro alla madre, 100 mila al padre, 80 mila al fratello, 200 mila al figlio minore e 50 mila alla ex convivente. Una cifra che in pochi casi viene concessa dal giudice di pace e che, comunque, doveva essere quantificata a titolo di risarcimento integrale dal giudice civile. La compagnia assicurativa si era opposta presentando appello. Durante l’udienza di ieri il giudice Savina Caruso ha ridotto la somma, anche se di poco. Caruso ha stabilito che Bognolo e i familiari, assistiti dagli avvocati di parte civile Augusto Palese, Renato Alberini, Niccolò Bullo, Paolo Vianello e Gian Luca De Biasi, hanno diritto ad oltre due milioni e 100 mila euro, compresi gli 800 mila che la Groupama Spa ha già versato all’Inail.
La decisione sembra essere basata su un concorso di colpa di Bognolo, anche se per comprendere fino in fondo il motivo della riduzione del risarcimento bisognerà aspettare le motivazioni della sentenza, che saranno depositate entro 75 giorni. Gli avvocati delle parti civili valuteranno, dopo aver letto i motivi, se ricorrere in Cassazione, salvo che, nel frattempo, non si arrivi ad un accordo complessivo definitivo con la compagnia di assicurazioni.