Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Il mondo che non c’era»: l’arte precolombiana
L’arte precolombiana della Collezione Ligabue: la grande esposizione che si terrà all’Istituto Veneto. Maschere, vasi e statue: oltre 150 reperti a testimonianza delle civiltà che prosperarono in Sudamerica prima dell’arrivo degli europei
Il dio serpente piumato è dipinto di rosso, e danza. Vertiginose piramidi lambiscono il cielo, tagliando in verticale il verde assoluto della foresta. I sacerdoti presiedono ai riti sacrificali offrendo sangue umano al potente dio sole. Il maestoso ruggito del giaguaro a riempire l’orizzonte. Così apparve ai Conquistadores, quando lo videro per la prima volta, quel mondo che ancora non c’era. La grande mostra di capolavori della Collezione Ligabue «Il mondo che non c’era. L’arte precolombiana nella Collezione Ligabue», promossa dalla Fondazione Giancarlo Ligabue con main sponsor Ligabue Group, si terrà a Venezia, Palazzo Loredan, sede dell’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, dal 12 gennaio al 30 giugno 2018. Oltre 150 incredibili reperti a testimonianza di quelle civiltà Meso e Sudamericane che avevano prosperato per migliaia di anni, prima dell’arrivo degli europei.
Le civiltà si estendevano in gran parte del Messico, Guatemala e Belize, interessando l’Honduras e El Salvador, il territorio di Panama, ma anche le Ande con Colombia, Ecuador, Perù e Bolivia, fino a Cile e Argentina. Un viaggio nel tempo: dagli Aztechi agli Inca, dagli Olmechi ai Maya, passando per la cultura Chavin, Tiahuanaco e Moche. «Dopo esserci fatti le ossa in giro per l’Italia grazie alla collaborazione con alcune tra le più importanti istituzioni museali, dopo 100.000 visitatori, 45.000 contatti sui social e 3.000 studenti veneti che hanno partecipato ai laboratori didattici promossi dalla Fondazione Giancarlo Ligabue, ci piace chiudere questo primo triennio di attività concentrandoci su Venezia» spiega Inti Ligabue, figlio di Giancarlo, celebre paleonto-
logo, studioso di archeologia e antropologia, esploratore e appassionato collezionista. Questa mostra vuol essere anche un omaggio del figlio Inti al padre: grazie alla «Fondazione Giancarlo Ligabue» da lui creata, Inti continua l’impegno nella ricerca scientifica e nella divulgazione, dopo l’esperienza del «Centro Studi e Ricerche» fondato oltre 40 anni fa da Giancarlo.
La mostra è curata da Jacques Blazy, specialista delle arti pre-ispaniche della Mesoamerica e dell’America del Sud. Tra i membri del comitato scientifico anche André Delpuech, Direttore del Musée de l’Homme – Muséum d’Histoire Nationale Naturelle di Parigi e l’archeologo peruviano Federico Kauffmann Doig. Dalle rarissime maschere in pietra di Teotihucan, primo centro urbano del Messico Centrale, ai vasi Maya d’epoca classica; dalle statuette antropomorfe della cultura Olmeca - con la caratteristica deformazione cranica, le elaborate acconciature e il corpo appena abbozzato alle sculture Mezcala, enigmatiche e misteriose. E ancora: oggetti Inca, tessuti, vasi della regione di Nazca, manufatti dell’affascinante cultura Moche, straordinari oggetti in oro. Infine è stata annunciata la successiva mostra della Fondazione: «Idoli, gli sguardi del potere», dall’1 settembre 2018 al 6 gennaio 2019 all’Istituto Veneto, viaggio dal Mediterraneo all’Indo, all’Egitto - dal tardo Neolitico all’Antica Età del bronzo ( ca. 4000-2000 a.C.).