Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Task force sicurezza, espulsioni e arresti Brugnaro: «Vi scoviamo casa per casa»
In trenta giorni quasi 60 persone cacciate. Il questore: squadre speciali anti-borseggi
Due volanti arrivano in via Cappuccina e fermano uno spacciatore, un’altra squadra di agenti controlla i documenti di alcuni stranieri in via Torino, altri entrano in azione in via Piave accanto ai giardini di via Sernaglia. Il video trasmette arresti e controlli di quasi un mese di «Mestre Sicura», la collaborazione tra questura, prefettura e Comune con l’obiettivo di potenziare la prevenzione e il contrasto della criminalità in terraferma. Alla fine gli espulsi sono stati cinquantotto (di cui quindici già accompagnati nei centri di permanenza per il rimpatrio e quattro già accompagnati alla frontiera e rimpatriati), cinque fogli di via e un Daspo urbano.
«Cambiate città, qui a Venezia non vi conviene venire», dice il sindaco Luigi Brugnaro nel presentare i risultati del nuovo piano di sicurezza messo in atto subito dopo la visita del capo della polizia Franco Gabrielli in occasione della Mostra del Cinema. Una vera task-force di uomini e mezzi della polizia, dei vigili urbani e dei Lagunari. «Gabrielli ci ha dato le risorse, ma è stato fondamentale anche il contributo della polizia locale, in trenta giorni abbiamo avuto ottimi risultati», precisa il questore Vito Danilo Gagliardi. I servizi nelle zone calde della terraferma, come il quartiere Piave, il parco Bissuola e le aree degradate di Marghera, sono stati potenziati sia dal punto di vista temporale (ognuno dura circa 24 ore e si ripete più volte a settimana) sia perché gli agenti, con il supporto dei Lagunari sono un centinaio. «La sicurezza continua ad essere una nostra priorità — sottolinea Brugnaro —. Stiamo lavorando giorno e notte con operazioni anche molto pesanti, mi appello a chi delinque: questa città va liberata, adesso veniamo a prendervi a casa». In meno di un mese i controlli straordinari hanno portato a sei arresti per furto,
Il sindaco Cambiate città, qui a Venezia non vi conviene venire
traffico di droga, resistenza ed evasione.
Tra chi è stato arrestato ci sono un romeno, un serbo e quattro tunisini, mentre sono stati accompagnati nei centri di permanenza per il rimpatrio dodici tunisini e tre marocchini. E ancora: in 39 sono stati intimati a lasciare il territorio nazionale (dodici sono tunisini, ma ci sono anche moldavi, marocchini e bengalesi). La forza di questo nuovo dispositivo sta proprio nella possibilità di allontanare dalla città le persone più pericolose anche dal punto di vista sociale. Tanto che il Comune sta studiando il Daspo urbano, il nuovo provvedimento di allontanamento che possono adottare i sindaci. Il primo è già stato notificato a un romeno pluripregiudicato che era solito trascorrere le sue giornate alla stazione ferroviaria di Mestre chiedendo l’elemosina. «Stiamo studiando il provvedimento dal punto di vista tecnico per poter essere incisivi — dice il sindaco — parallelamente lavoriamo per la riqualificazione dei luoghi degradati, per ravvivarli». I parchi, le strutture abbandonate devono tornare a essere luoghi di aggregazione, non zone di ritrovo per pregiudicati e aree di spaccio.
Solo nell’ultimo mese, nell’ambito dei controlli, è stato sequestrato un chilo e mezzo di droga andando a minare la tranquillità degli spacciatori. Spiega Brugnaro: «Queste persone si stanno innervosendo, ma noi non molleremo». E tra chi è destinato a finire nel mirino ci sono anche le borseggiatrici che arrivano in centro storico dai campi nomadi di tutta Italia per la folla di turisti che ogni giorno passeggia tra le calli. «Stiamo mettendo a punto un progetto per contrastare il più possibile questo fenomeno — dice il questore -. E’ in corso l’addestramento degli agenti che dalla prossima settimana si dedicheranno solo a questo con servizi ad hoc a supporto del dispositivo già in atto».