Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Ca’ Robinia, quei prelievi in contanti di Baldissin per 169 mila euro

Ipotesi corruzione, le carte. E la Regione avvia verifiche su Modolo

- di Milvana Citter

Quasi 168 mila euro di prelievi in contanti dai conti correnti di Giancarlo Baldissin a luglio e dicembre nel 2012. I mesi, cioè, appena successivi alla compravend­ita da 2 milioni e 176 mila euro del Disco Palace, avvenuta tra la sua società immobiliar­e G&O e la coop Ca’ della Robinia. «Uscite sospette e non giustifica­te» scrive la Guardia di Finanza di Treviso sulla comunicazi­one di reato inviata in Procura dopo aver passato al setaccio i suoi cinque conti correnti, due della società e tre personali. «Prelievi che non trovano giustifica­zione nel tenore di vita». I finanzieri e la Procura hanno cercato di capire dove sia finito tutto quel contante, a caccia delle prove di quella corruzione per la quale sono indagati l’europarlam­entare e allora assessore regionale Remo Sernagiott­o e l’ex dirigente dei servizi sociali della Regione Mario Modolo. La tracciatur­a finisce in quei prelievi iniziati il 19 luglio 2012, quando Baldissin si presenta allo sportello della filiale Unicredit di Sernaglia della Battaglia per prelevare 60 mila euro in contanti. E continuati fino all’aprile del 2014, arrivando a una somma di circa 168 mila euro, la metà presa da bancomat (con una media di 8.500 euro al mese). Perché? Per pagare i presunti corrotti? Questo resta un indizio ma non diventa una prova. La prova della corruzione per la Procura è costituita dai quattro assegni da 15.920 euro ciascuno, due il 4 dicembre 2012 e due il 18 gennaio 2013. Li firma Baldissin e li intesta all’immobiliar­e «Airone Blu», proprietar­ia della Country House sul Montello della quale è socio insieme a Sernagiott­o (che ne è anche presidente e amministra­tore delegato) e a Modolo. Assegni che i due «nelle rispettive qualità di pubblici ufficiali, ricevevano da Baldissin per asservire la propria attività funzionale a interessi personali privati, mediante il compimento di atti contrari ai doveri d’ufficio». Attraverso il suo avvocato Massimo Benozzati, Giancarlo Baldissin ripete di essere finito suo malgrado in una vicenda che non lo riguarda. Gli inquirenti invece ritengono che il suo sia stato un «ruolo attivo»: con un mutuo da 800 mila euro e vari debiti che lo portano a pensare al suicidio, lui sarebbe l’amico da salvare per il quale Sernagiott­o e Modolo danno il via all’operazione Ca’ della Robinia.

Modolo oggi è un dirigente dell’area sociosanit­aria di Feltre dell’Asl Dolomiti e ieri ha consegnato al direttore generale l’avviso di chiusura delle indagini. «Lo abbiamo trasmesso agli Affari Generali per valutare eventuali azioni disciplina­ri», spiega Adriano Rasi Caldogno notando che l’ipotesi di reato non è inerente il ruolo che oggi ricopre Modolo, che è di ruolo all’Asl Euganea ed è a Feltre in comando.

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