Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Bastianello tira dritto: osteria per veneziani
La sfida dell’imprenditore: «Vogliono che resti pubblica? La compri il Comune»
«Del doman non v’è certezza». Bartolomeo Suppiej, avvocato di Alberto Bastianello – membro della famiglia alla guida del gruppo Pam, che lo scorso 21 settembre si è aggiudicato per 910 mila l’ex trattoria La Vida in campo San Giacomo dell’Orio — riassume con parola poetica il futuro dell’edificio.
L’idea è di riaprire lo storico ristorante che aveva sede all’interno, ma l’incertezza arriva anche in ragione dell’appello bipartisan a mantenere nell’immobile uno spazio culturale, fatto dai consiglieri Maurizio Crovato (Lista Brugnaro) e Rocco Fiano (Lista Casson), cui l’avvocato riserva la prosa: «Abbiamo visto l’appello e siamo in valutazione commenta - l’intento è condivisibile ma, se questo bene interessa il pubblico, qualcuno eserciti il diritto di prelazione entro la scadenza. In quel caso saremmo ben contenti di lasciarlo». Come chiede la Municipalità di Venezia. Niente da fare invece per la donazione alla città, auspicata dai due consiglieri comunali: «Bastianello, che è imprenditore agricolo, ha bisogno di un ritorno dell’investimento - prosegue Suppiej - questo perché ha acquistato l’ex Vida a titolo personale, non per il gruppo Pam. Se non ne farà un ristorante la darà in gestione a chi assicuri di poter pagare il canone». Il termine per la prelazione scade il 25 novembre e fino a quella data probabilmente non succederà niente. Sulla protesta, il legale, tira dritto: «E’ ragionevole ma si tratta di un problema politico, da risolversi in sede politica dice -. I Comuni smettano di vendere, oppure gli enti approfittino della prelazione. In ogni caso il nostro acquisto era nell’ottica di salvare un angolo di città e creare un locale di livello per veneziani».
Nel frattempo prosegue l’occupazione scattata il 28 settembre scorso, quando un gruppo di cittadini è entrato nell’edificio e lo ha trasformato in ludoteca, spazio espositivo e sala per seminari. Si tratta dell’ultimo atto di resistenze alla vendita, dopo le sensibilizzazioni partite con la «Cena per la Vida» in occasione della sagra di San Giacomo dell’Orio, la scorsa estate. «In termini tecnici, se l’obbligo del compratore è pagare, quello del venditore è di consegnare il bene come stabilito - sottolinea Suppiej - La Regione ora ci dica cosa vuole fare: se lo vogliono consegnare libero dall’occupazione o se lo preferiscono tenere. Nel caso in cui non venga liberato valuteremo il da farsi e se lasciarlo».
E se la Municipalità insiste per la prelazione, dall’altra è pronta a chiedere a Bastianello una sala ad uso pubblico «nei giorni di chiusura dell’eventuale ristorante, sull’esempio di altri locali privati come “L’Ogio” in campo dei Gesuiti», dice il presidente Giovanni Martini.
Il futuro C’è tempo fino al 25 novembre per esercitare il diritto di prelazione Edificio ancora occupato