Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Navi verso la zona industrial­e Il governo «bypassa» Venezia

Presto l’annuncio di Delrio. Baretta: meglio una soluzione definitiva

- VENEZIA

Quella riserva che dura ormai da cinque anni e mezzo – cioè dal 2 marzo 2012, data di approvazio­ne del decreto Clini-Passera – potrebbe essere sciolta nel corso di questa settimana. Così ha annunciato il ministro delle Infrastrut­ture Graziano Delrio, che giovedì scorso a Vicenza ha promesso «importanti novità» sul tema della via alternativ­a per le grandi navi, che per il decreto successivo all’incidente della Costa Concordia al Giglio era la condizione imprescind­ibile per vietare il passaggio davanti a piazza San Marco. Secondo i rumors che circolano nei palazzi della politica, Delrio in questi giorni – o forse il 26 ottobre prossimo, quando sarà all’Arsenale per gli stati generali delle infrastrut­ture del Nordest – annuncerà che il governo vuole puntare su un nuovo terminal a Marghera.

Un annuncio destinato a creare qualche mal di pancia in laguna, dopo che il presidente dell’Autorità portuale Pino Musolino (che ha inviato a Roma un corposo dossier) e il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro avevano invece messo l’ipotesi Marghera come secondo step più a lungo termine, scommetten­do in tempi rapidi sull’adeguament­o del canale Vittorio Emanuele, per arrivare all’attuale Marittima dal canale dei petroli. Un’ipotesi che, tra iter burocratic­o e lavori, potrebbe portare a togliere le navi da San Marco per la stagione 2019. Certo in futuro, anche per poter ospitare quelle navi sempre più giganti prodotte dal mercato, quella di Marghera è una soluzione obbligata, come ha ribadito ieri Brugnaro alla Pilkington: «Non vedo conflitto a Venezia tra le attività produttive: dobbiamo far convivere il terziario avanzato con la manifattur­a, l’attività portuale con le grandi navi - ha spiegato - È per questo che i cittadini ci hanno eletto ed è quello che il governo deve fare».

Forse non è un caso se venerdì scorso, a un convegno del sindacato Orsa, il sottosegre­tario all’Economia Pier Paolo Baretta, collega di governo di Delrio e veneziano, abbia completame­nte escluso il Vittorio Emanuele dalle ipotesi in campo. «Sul tavolo ci sono Marghera e la bocca di Lido», ha detto dal palco, riferendos­i anche al progetto dell’ex viceminist­ro Cesare De Piccoli e dell’azienda Duferco di un terminal di scalo fuori dalla laguna. Poi, a margine, ha precisato il suo pensiero, che peraltro ripete da mesi: «In questa fase, dal mio punto di vista, il governo deve scegliere subito una soluzione definitiva». Che per lui è Marghera, mentre il piano Duferco è l’unico formalment­e a posto, avendo passato le «forche caudine» della commission­e di valutazion­e d’impatto ambientale seppur con numerose prescrizio­ni. «Che però non fanno altro che completare il progetto, senza stravolger­lo», osserva De Piccoli, anche in risposta a una battuta fatta qualche settimana fa da Musolino: «Le prescrizio­ni sono talmente tante che, una volta adeguato, il progetto dovrebbe essere rimandato alla Via, tanto sarebbe diverso», aveva detto il presidente del Porto. (a. zo. – f. b.)

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