Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
I palloncini bianchi in cielo l’addio dei compagni a Nicolò
I palloni bianchi dei compagni verso il cielo. Erano almeno in settecento, quasi tutti a capo chino, lo sguardo incupito dal peso di una tragedia che in tanti ancora faticano a metabolizzare. Ieri mattina, sotto la volta della chiesa dei Santi Patroni d’Europa, c’era mezza Marcon per dare l’ultimo saluto a Nicolò Tassan, il bimbo di quattro anni che martedì scorso è morto dopo un incidente domestico. La piccola bara bianca era al centro, davanti all’altare, attorno stretti gli uni agli altri e persino accalcati all’esterno, amici e parenti, colleghi e conoscenti, ma anche tante personalità cittadine: il sindaco Matteo Romanello, i consiglieri comunali di maggioranza e opposizione, i professionisti del comune. A celebrare il funerale, una cerimonia recitata quasi a bassa voce, don Dario Magro. Durante la messa i famigliari di Nicolò hanno preferito restare in silenzio, nessun ricordo dal pulpito, nessun racconto dal microfono, il dolore ancora troppo forte per lasciare spazio alle parole. Al termine della celebrazione, all’uscita del feretro, decine di palloncini bianchi sono stati però liberati in aria: ciascuno portava appeso il nome di un compagno di classe di Nicolò. Dalla foto sul tavolo delle firme, lui sembrava ancora partecipare al gioco: un palloncino azzurro in mano, un sorriso sincero sul viso. Quello che probabilmente aveva la sera in cui è corso a prendere qualcosa sull’armadio prima che gli cadesse addosso. (gi. co.)
Silenzio La bara bianca al centro, 700 per il saluto al bambino