Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
I veneti all’estero lanciano il voto morale sul web
Non sarà l’unico a volare a casa pur di non perdere l’appuntamento al seggio con l’autonomia, l’imprenditore di Grezzana Maurizio Zordan. Lui rientrerà in Valpantena dal Michigan. Altri, invece, faranno toccata e fuga dalla Germania, andata e ritorno in giornata, dice il presidente Luca Zaia. Moreno Paganello si metterà in viaggio da Praga per essere a Belluno domenica e dire la sua sull’autonomia della provincia montana e su quella della Regione lo stesso farà Emilio Sacchet, dalla Svizzera: lo hanno annunciato al presidente dell’associazione Bellunesi nel Mondo Oscar De Bona che ha diffuso un videoappello agli emigrati che hanno diritto di voto. «Scrivete, mandate mail, lettere per dire: io voto Sì o No- spiega - L’idea è di contribuire moralmente. Abbiamo anche aperto un sito per il voto elettronico su bellunesinelmondo.it».
Il punto è che rischiano di pesare sul risultato del referendum per l’autonomia del Veneto come una penalizzazione in classifica a inizio campionato, i 330mila veneti residenti all’estero. Non possono votare fuori dal Veneto e così l’affluenza rischia di partire da un meno 8,11%. Le associazioni di veneti nel mondo sento questa responsabilità e così si stanno dando da fare: video appelli dal Sud America, voto elettronico di sostegno morale, mail e lettere spedite a Zaia e ai sindaci per testimoniare il proprio voto virtuale, foto di gruppo da Colombo, Brasile, e dal Cile con tanto di gonfalone veneto e dichiarazione di voto fatte girare sui social.
«Non avevano niente lì i nostri padri. E hanno comprato la terra e iniziato a lavorare. È come se fossimo diventati indipendenti. Io voterei Sì», dice davanti alla telecamera Darcy Lozz Luzzatto, uno degli oriundi veneti che vivono il Rio Grande Do Sul, regione del Brasile, e che hanno deciso di fare un video e postarlo su YouTube per invitare i veneti che possono a votare Sì. «Il miglior modo di conservare l’identità è il federalismo», gli fa eco Roberto Mauro Arroque. C’è la giovane imprenditrice Juliana Montagner, che commercializza «mate», l’enologo Luciano Vian, i sindaci di origine veneta della Vale do Taquari: tutti autonomisti. L’associazione Veneti nel mondo si era mossa già ad agosto: «Chi vuole votare, deve fare in viaggio fino in Italia. Non vogliamo ci siano dubbi su dove era la Consulta dei Veneti nel mondo, quando si voterà», aveva spiegato il presidente Aldo Rozzi Marin.