Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

contraddit­torio sulle mosse della vigilanza

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Le sette ispezioni

Sette ispezioni nell’arco di dieci anni. È il numero che Banca d’Italia ricorda nella relazione dell’ottobre 2015, appena scoppiata l’inchiesta penale su Bpvi, per ricapitale il lavoro di controllo e difendersi dalle accuse: «Negli anni Bpvi è stata sottoposta dalla Banca d’Italia a una intensa attività di vigilanza», è la linea di via Nazionale.

«Realtà nascosta»

E le «baciate», ovvero dell’acquisto finanziato dalla banca di azioni in Popolare di Vicenza, che secondo la Guardia di finanza era comparso dal 2009? « Escludo che esponenti Bpvi le abbiano comunicate durante l’ispezione 2012», dice, interrogat­o, l’ispettore Giampaolo Scardone. La linea è che nulla si sa fino al 2015

La linea dei manager

Eppure, sempre negli interrogat­ori condotti per l’inchiesta, i dirigenti sostengono di aver mostrato già nel 2012 agli ispettori di Banca d’Italia i finanziame­nti legati alle azioni. Lo dice il capo dei crediti ordinari, Claudio Ambrosini, così come il vicedirett­ore Paolo Marin, che ha sostenuto di aver mostrato una lista dei finanziame­nti

Le verifiche di audit

Altro filone sono le verifiche dell’Audit interno, che ora l’ex presidente Gianni Zonin accusa di aver nascosto al cda gli elementi raccolti sulle azioni finanziate. «I fidi venivano deliberati in cda e si capiva che erano destinati ad azioni - ha detto l’ex capo Massimo Bozeglav -. La magistratu­ra ha già acquisito quei rapporti».

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