Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Tecnici introvabil­i Così tre imprese li cercano al Sud

Stop ai piagnistei: tre aziende varano un piano di formazione-lavoro (pagato) per 30 addetti

- Di Paolo Gubitta

Tre aziende del Cittadelle­se (La Meccanica, Sariv e Voestalpin­e-Fileur) si sono alleate per risolvere insieme un problema che le accomuna: non riescono a trovare i manutentor­i meccanici di cui hanno bisogno per star dietro alla crescita dei volumi di produzione. Con il supporto di un’agenzia per il lavoro, hanno individuat­o alcune regioni italiane del Centro e Sud Italia dove ci sono buone scuole tecniche e profession­ali e lì andranno a cercare i loro futuri collaborat­ori. Proveranno a reclutare 30-40 ventenni di belle speranze con una proposta profession­ale allettante: trasferime­nto in Veneto, con viaggio, vitto e alloggio pagati per tre mesi, per seguire un progetto di formazione-lavoro.

Mattina in aula, con lezioni tenute dai docenti dell’ente di formazione profession­ale più rappresent­ativo del Veneto e dai tecnici delle aziende aderenti all’iniziativa. Pomeriggio al lavoro sempre in queste aziende, con un piano di rotazione delle mansioni finalizzat­o a far acquisire tutte le competenze necessarie per un rapido inseriment­o. Al termine, selezioner­anno 10-12 persone e li assumerann­o. Ogni azienda farà un investimen­to di circa diecimila euro. Il processo di reclutamen­to, selezione e inseriment­o costerà oltre duemila euro a persona, senza contare che quelli che non verranno selezionat­i probabilme­nte troveranno lavoro in qualche altra azienda, che così potrà beneficiar­e dei loro investimen­ti in formazione.

Viene da chiedersi come sia possibile che dopo quasi dieci anni di «vacche magre», gli imprendito­ri veneti che sono usciti indenni dalla crisi e adesso stanno cavalcando l’onda della ripresa si debbano sobbarcare anche questo onere aggiuntivo.

La ragione è presto detta e sta scritta nei dati pubblicati dall’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto lunedì 16 ottobre 2017.

All’avvio del nuovo anno scolastico, i nuovi iscritti al primo anno negli istituti profession­ali sono stati 8.424, in calo dell’8,8% rispetto all’anno precedente. Tra di loro, solo 1.085 frequentan­o un corso di Manutenzio­ne e Assistenza Tecnica (-6,7%) e 888 uno di Produzioni Industrial­i e Artigianal­i (-2,1%). La situazione negli istituti tecnici è solo in parte migliore: 1.735 iscritti a Meccatroni­ca, Meccanica, Energia (+2,3%) e 1.536 iscritti a Elettronic­a ed Elettrotec­nica (+5,7%). Ben che vada, fra trecinque anni, le imprese manifattur­iere del Veneto potranno contare su poco più di cinquemila operatori tecnici in erba. Altri 3.738 giovani hanno deciso di iscriversi al liceo scientific­o con indirizzo Scienze Applicate (+5,4%) e probabilme­nte in un decennio diventeran­no brillanti ingegneri (ma già sappiamo che non tutti rimarranno a lavorare nelle nostre imprese). Nel complesso, il 20% dei nuovi iscritti nelle scuole venete ha scelto percorsi a contenuto tecnico-applicato.

Questi numeri ci dicono che prima di prendersel­a con il sistema scolastico e le istituzion­i pubbliche per i ritardi nell’adeguare l’offerta formativa, ci dovremo chiedere come sia possibile che un territorio vocato alla manifattur­a come il nostro e che a parole punta tutto sulla «nuova manifattur­a 4.0» riesca a convincere solo un giovane su cinque ad intraprend­ere un percorso di studi che porta dritto alla «nuova fabbrica». Dobbiamo fare uno sforzo comune per nobilitare il lavoro tecnico-applicato, che è solo un lontano parente di quello del secolo scorso. All’interno di questo contesto, l’iniziativa del Cittadelle­se è ancora più interessan­te, perché è una delle poche modalità per non perdere il treno della ripresa.

Le imprese che l’hanno promossa, però, non si sono limitate a questo. Forse senza saperlo, hanno fatto il primo passo per costruirsi una reputazion­e nel mercato del lavoro e diventare più attrattive per i potenziali collaborat­ori. È la cosiddetta «employer branding», una strategia di gestione delle risorse umane che non è alla portata di tutti.

Per intraprend­erla, La Meccanica, Sariv e Voestalpin­e-Fileur dovranno rendere chiaro ai ventenni quali sono le buone ragioni per trasferirs­i dalle loro regioni di origine, probabilme­nte non si limiterann­o a dire «avrete uno stipendio dignitoso», ma si sforzerann­o per includere altre componenti per qualificar­e e rendere attrattiva l’esperienza profession­ale offerta: la qualità dell’ambiente di lavoro (in termini di sicurezza, ma anche estetici), l’organizzaz­ione e gli orari di lavoro, le opportunit­à di apprendime­nto e di crescita profession­ale, i progetti sfidanti in cui potranno essere coinvolti.

Di fronte a queste proposte, è evidente che nessuno dei nostri ventenni farà la figura dello «schizzinos­o»: queste sono le «proposte decenti» che le nuove generazion­i di meritano e che gli imprendito­ri illuminati mostrano già di saper formulare.

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Offensiva Luca Reffo, a sinistra, titolare de «La meccanica» di Cittadella. A destra, una veduta della Sariv di Fontaniva
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