Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Stuprata per 8 anni dal papà reato prescritto, niente cella Lei :«I giudici credono a me»

- Citter

TREVISO Suo padre l’ha violentata per otto anni, da quando era bimba fino a quando non ha trovato il coraggio di denunciarl­o. Ma l’uomo non andrà in carcere, il reato è prescritto. «È stato un inferno ma i giudici mi hanno creduta» dice la ragazza.

VENEZIA È il 21 ottobre 1987. Alle 4 del mattino, sulla A13 a Boara Pisani, va in scena uno dei fatti di sangue più atroci attribuiti alla mafia del Brenta: un commando di tre uomini armati, a bordo di un furgone rubato e con dentro un ostaggio, blocca un blindato della North East Service. Dentro ci sono lingotti per due miliardi e mezzo di lire.

I banditi sparano, i vigilantes si stendono a terra. Arriva una pattuglia della polizia stradale, il commando prende l’ostaggio, Gianni Nardini, autista del furgone rubato udinese di 25 anni, e lo usa come scudo. C’è una sparatoria, il giovane friulano rimane a terra con una pallottola in fronte sparata da un poliziotto che lo colpisce perché è vicino ai banditi e lo crede parte del commando. Il poliziotto, Aldo Sanco, padovano, rimane gravemente ferito. I tre rapinatori riescono a fuggire. Ci vorranno 16 anni prima di riuscire a dare loro un nome e ad aprire un processo. Che ora è da rifare.

Sono passati trent’anni da quel 21 ottobre e ora la Corte di Cassazione riapre il caso, dopo che per due volte era sembrato chiuso. Il 54enne Andrea Batacchi, ex fedelissim­o di Maniero condannato all’ergastolo con due sentenze dalla Corte d’Assise d’Appello di Venezia, riaffronte­rà il processo per la terza volta e lo farà a Trieste il primo dicembre prossimo. La Suprema Corte, che aveva già bocciato il primo ergastolo rimandando gli atti all’Appello, ha bocciato anche il secondo ergastolo: ora la competenza va a Trieste. A trent’anni dalla morte di Nardini, dunque è tutto da rifare. Batacchi, rinchiuso a Fossombron­e per altri reati, è da sempre assistito dall’avvocato Franco Capuzzo, che sta preparando la linea difensiva incentrata su un punto cardine: all’alba di 30 anni fa non fu colpa di Batacchi se Nardini cadde esanime in autostrada. I giudici della Cassazione si sono infatti concentrat­i su un punto, in questo secondo pronunciam­ento: non è ancora chiaro se quel 21 ottobre 1987, quando la polizia inizia a sparare, Nardini venga usato come scudo dai rapinatori o abbia cominciato a fuggire.

Nel primo caso i banditi avrebbero una responsabi­lità per la sua morte, nel secondo caso il decesso sarebbe stato una conseguenz­a della rapina e crollerebb­e l’accusa di omicidio volontario che ha portato Batacchi all’ergastolo. Quando i giudici della Cassazione avevano annullato il primo ergastolo inflitto dalla Corte d’Assise d’Appello si erano concentrat­i sull’attendibil­ità del collaborat­ore Stefano Galletto, che nel 2003 si pente della sua vita da scagnozzo di Maniero e decide di parlare col pm. È una confession­e shock: al pm Renza Cescon l’uomo riferisce che il 15 agosto del 1991 Batacchi, con il quale aveva uno stretto legame di amicizia, gli confida di essere stato presente, insieme ad Ercole Salvan (poi scagionato) e Giovanni Sette (deceduto) all’assalto al blindato di Boara Pisani. In primo grado viene assolto, ma c’è l’appello. La corte d’Assise d’Appello lo condanna ma è lacunosa nella motivazion­e della fiducia concessa a Galletto, per questo la sentenza viene annullata e rinviata a Venezia. La seconda volta i giudici di secondo grado dimostrano la bontà della confession­e di Galletto. Ma è ancora da accertare se Batacchi sia anche responsabi­le della morte del friulano.

I giudici veneziani ritenevano infatti che quando i rapinatori usarono l’uomo come scudo si resero automatica­mente responsabi­li della sua eventuale morte. Ma in quel momento Nardini era davvero usato come scudo? O il ragazzo si era spostato e il poliziotto lo ha colpito per errore? Se ne riparla a Trieste. Sei gradi di giudizio (un primo grado, tre appelli e due accessi in Cassazione) e trent’anni sono passati. Per la famiglia Nardini non c’è ancora la parola fine su questa ferita, che continua a rimanere aperta.

In aula Due ergastoli annullati, nuove udienze a Trieste

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Il bandito Andrea Batacchi

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