Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Ex Popolari, si rimborsino i vecchi soci»

Al congresso Fabi a Vicenza. Bim, 4 giorni in più per Attestor, ma incombono i ricorsi

- VICENZA Federico Nicoletti

VICENZA «Intesa può trovare la formula per risarcire i suoi clienti». Lando Sileoni, segretario nazionale Fabi, ha rilanciato ieri il tema rimborsi ai soci azzerati di Bpvi e Veneto Banca. Concorde il sindaco Achille Variati.

«Intesa può trovare la formula per risarcire i suoi clienti». Lando Sileoni, segretario nazionale Fabi, il sindacato autonomo bancari, ha rilanciato così ieri da Vicenza il tema rimborsi ai soci azzerati di Bpvi e Veneto Banca. La sede era il congresso del sindacato, al Viest Hotel di Torri di Quartesolo, intitolato «L’anno che verrà». «Sarà comunque un anno senza Popolare di Vicenza - dice nella sua relazione il segretario Giuliano Xausa -. Centocinqu­ant’anni di storia bruciati, come i risparmi di troppi vicentini e troppi bancari, vittime e non artefici di questa drammatica situazione. Spiace non l’abbiano capito le associazio­ni soci».

In ballo un futuro senza più le ex popolari. Che deve passare per la soluzione dei problemi aperti dopo la liquidazio­ne di giugno. Sul piano più generale, quello delle partecipat­e in mano alla liquidazio­ne. Il caso più immediato è Banca Intermobil­iare. La trattativa in esclusiva per la vendita al fondo Attestor scadeva l’altro ieri. E a tarda sera i commissari l’hanno prorogata fino a giovedì: «Le parti - dice una nota - stanno ultimando la documentaz­ione contrattua­le». Resta che incombono i ricorsi di Barents, il riassicura­tore dato in vantaggio nella corsa. E i 4 giorni possono servire anche a verificare se si può chiudere senza rischi, visto che la nota dell’altra sera dichiara «l’obiettivo di pervenire alla sottoscriz­ione del contratto di cessione entro metà della prossima settimana», senza darla per scontata.

Intanto ieri a Vicenza si discuteva di altri nodi. Quelli dei dipendenti in Intesa, con la trattativa tutta in salita che rischia ora di colpire gli stipendi del personale delle ex venete, oltre ai 200 contratti a termine a rischio; e quelli delle controllat­e non prese da Intesa, a iniziare dai 30 di Immobiliar­e Stampa.

E poi c’è ancora il nodo vecchi soci. Intesa ha annunciato cento milioni per 30 mila piccoli azionisti impoveriti dall’azzerament­o azioni. «Passo importante. Ma la politica deve spingere Intesa, dopo i 5 miliardi avuti dallo Stato, a trovare le risorse per risarcire. Con fantasia si possono trovare anche forme innovative - dice Sileoni, riferendos­i agli ostacoli normativi Consob, rivolto al sindaco di Vicenza, Achille Variati, e al deputato Pd, Federico Ginato -. Questa città è stata massacrata e non lo merita. L’Ad Carlo Messina è serio e sensibile ai territori. Va incalzato con intelligen­za».

«Nell’operazione del governo - aggiunge Variati - i piccoli azionisti sono stati dimenticat­i, con situazioni di gravissima sofferenza. Non rido come altri di fronte ai 100 milioni di Intesa. Ma ho detto a Messina che non bastano». Variati annuncia l’intenzione d’istituire uno sportello provincial­e di controllo sui modi di recupero dei crediti deteriorat­i e in sofferenza delle ex venete. E non salva, di fronte al ruvido attacco del Pd di Matteo Renzi, il governator­e di Banca d’Italia, Ignazio Visco: «Se la prudenza è virtù cardinale, è vero anche che non si può passare sopra a tutto in nome della prudenza». Lo segue Ginato: «L’autorità di vigilanza va rispettata. Ma se sei sotto attacco devi distinguer­e la tua posizione personale da quella dell’istituzion­e. Con un passo a lato». Posizione opposta di Sileoni: «Non difendo Bankitalia che ha responsabi­lità politiche enormi. Così come dico che la storia di Renzi su Etruria è stata ‘pompata’: lo sapevano tutti che Boschi padre non contava. Ma il cerino non può star in mano a uno solo. E non si può delegittim­are Bankitalia mentre arrivano continui attacchi dalla Bce in versione Nouy».

L’ultima stoccata di Sileoni è sul fronte Bcc. «I due licenziati in Federvenet­o? Vanno reintegrat­i. O blocchiamo il rinnovo del contratto». Poi se la prende con il presidente di Federvenet­o, Ilario Novella, sul convegno a Verona della scorsa settimana: «Ha detto: ‘Tranquilli, difendo io l’autonomia delle Bcc’. Una sciocchezz­a». E a margine: «Non si possono prendere iniziative così, in un momento di forte instabilit­à tra i due gruppi, intorno a un’autonomia locale che le Bcc non hanno più».

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Dopo lo tsunami Il congresso della Fabi, ieri a Vicenza

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