Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Moreo, Venezia in orbita

Serie B Al Penzo arriva la vittoria sulla capolista Empoli: match tattico, poche occasioni ma il bomber fa impazzire lo stadio. Lagunari primi con i toscani, ora il derby a Cittadella

- Francesco Bottazzo

VENEZIA La porta è sempre la stessa, quella del colpo di tacco di Pippo Maniero. Era il 20 gennaio 1999, diciotto anni dopo Moreo segna a 3’ dalla fine, senza grosse acrobazie, e porta il Venezia a toccare il cielo con un dito. E’ presto per parlare di paradiso, a fine partita tutti si affrettano a dire di dover restare con i piedi per terra («Martedì abbiamo un’altra partita difficile, dobbiamo dimenticar­ci in fretta questa vittoria e pensare alla prossima gara», dice ad esempio Sinisa Andelkovic), ma all’uscita dallo stadio è difficile non guardare sullo smartphone la classifica di serie B con il Venezia davanti a tutti, seppur a braccetto con l’Empoli.

Sia chiaro, quello lagunare e stato un vero e proprio blitz in una partita che si stava indirizzan­do lentamente a concluders­i sullo 0-0, dove nel secondo tempo le due squadre non hanno praticamen­te mai tirato in porta. Ma Pippo, questa volta Inzaghi, ci ha creduto fino alla fine rivoluzion­ando l’attacco, non a caso protagonis­ta dell’azione travolgent­e che ha portato al gol vittoria. Pinato a correre sulla sinistra servito da Domizzi, Geijo sulla trequarti a «scornarsi» con Romagnoli, e Moreo a farsi trovare pronto in mezzo all’area per il passaggio del compagno che ha depositato in rete, con il brivido della deviazione del portiere. «L’ho spinta dentro con un soffio — scherza a fine gara l’attaccante — è stata un’emozione grandissim­a, vedere lo stadio impazzito di gioia. Chissà che i miei gol allo scadere, come lo scorso anno, portino ancora fortuna». Sognare non costa nulla, ci pensa Inzaghi, che ieri ha festeggiat­o le sue cento partite in panchina («Pensavo di essere un allenatore giovane ma sono già arrivato a cento», ride alla fine) a tenere tutti sulla corda: «Ci mancano 33 punti a raggiunger­e l’obiettivo, ci saranno momenti difficili ma li supereremo insieme».

Poco male, perché anche ieri gli arancioner­overdi si sono dimostrati solidi e quadrati. Il Venezia ha fatto la partita che doveva fare, sfruttando la velocità in contropied­e approfitta­ndo delle difficoltà della difesa avversaria. Ci ha provato fin dall’inizio, chiudendo le «gabbie» dietro, limitando i tiri dell’Empoli, miglior attacco della serie B. Non è un caso che a fine partita l’allenatore toscano Vincenzo Vivarini ammetta che «abbiamo tirato meno del solito, il Venezia ci ha imbrigliat­o chiudendo tutti gli spazi, loro giocano con cinque giocatori bloccati dietro, ci volevano due punte coordinate». E Donnarumma ha dovuto lasciare il campo dopo poco più di mezz’ora per affaticame­nto muscolare. Ma c’è da ricordare che i lagunari sono la squadra meno battuta del campionato: sette gol incassati, e adesso che gli attaccanti hanno cominciato a segnare i risultati si cominciano a vedere. Fondamenta­li i cambi in corso d’opera, che hanno messo più velocità alla manovra del Venezia, la fortuna ha fatto il resto (lo scontro a metà campo tra Geijo e Romagnoli ha fatto arrabbiare non poco Vivarini, che poi è stato cacciato dall’arbitro), ma va bene così, perché se c’era una squadra che voleva davvero vincere ieri era quella di Inzaghi e in campo si è visto eccome.

Poco le occasioni da gol: nel primo tempo per l’Empoli tempo ci prova Caputo (all’8’ mirando all’angolino trovando Audero tempestivo a deviare in angolo e al 43’ col portiere lagunare sempre pronto), il Venezia all’11’ con Falzerano da fuori e Zigoni (39’) a colpo sicuro di testa trovando Provedel. Nel secondo tempo ancora meno se non qualche sgroppata lagunare fino al delirio collettivo. Martedì a Cittadella esame di maturità.

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Al Penzo L’esultanza di Stefano Moreo dopo il gol che ha regalato al Venezia vittoria e primato in classifica

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