Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Moreo, Venezia in orbita
Serie B Al Penzo arriva la vittoria sulla capolista Empoli: match tattico, poche occasioni ma il bomber fa impazzire lo stadio. Lagunari primi con i toscani, ora il derby a Cittadella
VENEZIA La porta è sempre la stessa, quella del colpo di tacco di Pippo Maniero. Era il 20 gennaio 1999, diciotto anni dopo Moreo segna a 3’ dalla fine, senza grosse acrobazie, e porta il Venezia a toccare il cielo con un dito. E’ presto per parlare di paradiso, a fine partita tutti si affrettano a dire di dover restare con i piedi per terra («Martedì abbiamo un’altra partita difficile, dobbiamo dimenticarci in fretta questa vittoria e pensare alla prossima gara», dice ad esempio Sinisa Andelkovic), ma all’uscita dallo stadio è difficile non guardare sullo smartphone la classifica di serie B con il Venezia davanti a tutti, seppur a braccetto con l’Empoli.
Sia chiaro, quello lagunare e stato un vero e proprio blitz in una partita che si stava indirizzando lentamente a concludersi sullo 0-0, dove nel secondo tempo le due squadre non hanno praticamente mai tirato in porta. Ma Pippo, questa volta Inzaghi, ci ha creduto fino alla fine rivoluzionando l’attacco, non a caso protagonista dell’azione travolgente che ha portato al gol vittoria. Pinato a correre sulla sinistra servito da Domizzi, Geijo sulla trequarti a «scornarsi» con Romagnoli, e Moreo a farsi trovare pronto in mezzo all’area per il passaggio del compagno che ha depositato in rete, con il brivido della deviazione del portiere. «L’ho spinta dentro con un soffio — scherza a fine gara l’attaccante — è stata un’emozione grandissima, vedere lo stadio impazzito di gioia. Chissà che i miei gol allo scadere, come lo scorso anno, portino ancora fortuna». Sognare non costa nulla, ci pensa Inzaghi, che ieri ha festeggiato le sue cento partite in panchina («Pensavo di essere un allenatore giovane ma sono già arrivato a cento», ride alla fine) a tenere tutti sulla corda: «Ci mancano 33 punti a raggiungere l’obiettivo, ci saranno momenti difficili ma li supereremo insieme».
Poco male, perché anche ieri gli arancioneroverdi si sono dimostrati solidi e quadrati. Il Venezia ha fatto la partita che doveva fare, sfruttando la velocità in contropiede approfittando delle difficoltà della difesa avversaria. Ci ha provato fin dall’inizio, chiudendo le «gabbie» dietro, limitando i tiri dell’Empoli, miglior attacco della serie B. Non è un caso che a fine partita l’allenatore toscano Vincenzo Vivarini ammetta che «abbiamo tirato meno del solito, il Venezia ci ha imbrigliato chiudendo tutti gli spazi, loro giocano con cinque giocatori bloccati dietro, ci volevano due punte coordinate». E Donnarumma ha dovuto lasciare il campo dopo poco più di mezz’ora per affaticamento muscolare. Ma c’è da ricordare che i lagunari sono la squadra meno battuta del campionato: sette gol incassati, e adesso che gli attaccanti hanno cominciato a segnare i risultati si cominciano a vedere. Fondamentali i cambi in corso d’opera, che hanno messo più velocità alla manovra del Venezia, la fortuna ha fatto il resto (lo scontro a metà campo tra Geijo e Romagnoli ha fatto arrabbiare non poco Vivarini, che poi è stato cacciato dall’arbitro), ma va bene così, perché se c’era una squadra che voleva davvero vincere ieri era quella di Inzaghi e in campo si è visto eccome.
Poco le occasioni da gol: nel primo tempo per l’Empoli tempo ci prova Caputo (all’8’ mirando all’angolino trovando Audero tempestivo a deviare in angolo e al 43’ col portiere lagunare sempre pronto), il Venezia all’11’ con Falzerano da fuori e Zigoni (39’) a colpo sicuro di testa trovando Provedel. Nel secondo tempo ancora meno se non qualche sgroppata lagunare fino al delirio collettivo. Martedì a Cittadella esame di maturità.