Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Scrivere per amore» incorona «Un solo paradiso» di Fontana

- Camilla Bertoni

Amore e scrittura, un binomio inscindibi­le, al quale non possiamo e non dobbiamo rinunciare. Parola di Umberto Galimberti. Il filosofo ha introdotto al Teatro Nuovo di Verona la cerimonia di premiazion­e di «Scrivere per amore», promosso dal Club di Giulietta, che ha incoronato quest’anno il giovane (è nato nel 1981 a Saronno) Giorgio Fontana con Un solo paradiso (Sellerio). Sandro Campani, con Il giro del miele (Einaudi) e Sergio Claudio Perroni, con Il principio della carezza (La nave di Teseo) erano gli altri due finalisti sui quali ha esercitato il suo giudizio la giuria presieduta da Galimberti e composta dall’artista Milo Manara, il matematico Furio Honsell, l’antropolog­o Giorgio Manzi, il magistrato Guido Papalia e la scrittrice Mariapia Veladiano, vincitrice dell’edizione 2016. «Ogni scelta è in qualche modo un atto violento» ha spiegato Galimberti dialogando con il direttore del premio, lo scrittore e cantautore veronese Marco Ongaro che ha condotto la serata. «I tre romanzi finalisti erano tutti meritevoli di un sincero riconoscim­ento. Il romanzo di Giorgio Fontana ci ricorda però che l’amore è follia, o come dice Platone: “divina follia” che non accetta mediazioni». Fontana, già vincitore nel 2014 del premio Campiello con Morte di un uomo felice, pubblicato sempre con Sellerio, ha spiegato così la genesi del suo romanzo: «Una breve storia che avevo in mente da molto tempo. Mi interessav­a parlare di amore e di innamorame­nto in una dimensione più seria possibile, senza banalizzar­lo con frasi da cioccolati­no o liquidarlo con cinismo, evitando quel calderone di stereotipi in cui facilmente si può cadere. Spero di esserci riuscito».

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Premiato Giorgio Fontana

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