Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Grandi navi via da San Marco nel 2019
Il piano pronto per il Comitatone del 7 novembre: le crociere tra la Marittima e Marghera
VENEZIA Le grandi navi non passeranno più dal bacino dia San Marco a partire dal 2019. Le crociere entreranno dalla bocca di porto di Malamocco, percorreranno il canale dei Petroli e per costeggiare le fabbriche di Marghera. Le navi più grandi si fermeranno là, le altre continueranno per il canale Vittorio Emanuele (che dovrà essere dragato di un paio di metri) fino alla Marittima. Ecco il piano per spostare le navi da San Marco che il 7 novembre andrà al Comitatone.
Il piano per spostare le navi da San Marco è già bello e pronto. Il Comitatone del 7 novembre metterà il timbro finale di un progetto che è stato redatto dopo mesi di studi, simulazioni e confronti. La cosa certa è che nel 2019 le crociere lasceranno gradualmente il Bacino e il canale della Giudecca. Entreranno dalla bocca di porto di Malamocco, percorreranno il canale dei petroli e poi via a costeggiare le fabbriche di Marghera. Alcune, le più grandi si fermeranno là, le altre continueranno per il canale Vittorio Emanuele (che dovrà essere dragato leggermente di un paio di metri) fino alla Marittima. Il piano già chiuso soddisfa il governo che così chiude il cerchio su Venezia dopo il decreto Clini-Passera del 2 marzo 2012, soddisfa il presidente dell’Autorità portuale Pino Musolino che riesce a far convivere traffico commerciale con quello passeggeri, soddisfa Luigi Brugnaro che sarà ricordato anche per essere stato il sindaco che ha risolto il problema delle grandi navi, al primo posto nel suo programma elettorale. La soluzione non piacerà all’ex viceministro ai Trasporti Cesare De Piccoli che assieme ha Duferco ha sviluppo il progetto del terminal alla bocca di porto del Lido, l’unico che ha superato, seppur con una marea di prescrizioni, la valutazione di impatto ambientale. E non piacerà agli ambientalisti e al comitato No Nav che da anni si battono per portare le crociere fuori della laguna.
Il progetto che presenterà il ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio al Comitatone sarà di fatto una soluzione in due fasi: la prima, a breve periodo, prevede dopo le verifiche ambientali il passaggio delle crociere sul Vittorio Emanuele per arrivare alla Marittima; la seconda, che alla lunga diventerà definitiva, lo spostamento delle grandi navi a Marghera (anche se qualcuna potrebbe essere spostata entro qualche mese provvisoriamente). Sul Vittorio Emanuele fondamentali sono state le rilevazioni dell’Autorità di sistema portuale di Venezia che ne evidenziano la percorribilità vista la profondità attuale tra i sette metri e mezzo e i nove (tempo per lo scavo un anno, con passaggio alla Via). Del resto il presidente Musolino ha più volte ricordato che il Vittorio Emanuele esiste dal 1922 ed è stato il primo canale navigabile realizzato a Venezia: l’allora Re Vittorio Emanuele lo percorse il 18 maggio del 1922 per inaugurare Porto Marghera. Sarebbe la quadratura del cerchio con la soluzione che Luigi Brugnaro aveva lanciato quand’era ancora alla guida di Confindustria Venezia. Il piano Marittima-Marghera contribuirebbe a salvare anche i cinquemila posti di lavoro e andrebbe incontro anche alle esigenze delle compagnie che solo qualche settimana fa avevano preso posizione per il mantenimento dell’attuale terminal per rilanciare la crocieristica a Venezia dopo il crollo dei passeggeri degli ultimi quattro anni.
Nel frattempo i consiglieri del Gruppo Misto Renzo Scarpa e Ottavio Serena, assieme a Renato Darsiè (co-fondatore del Tavolo dell’Economia marittima e portuale) e ad Andrea Gersich Estensore (che ha condotto lo studio) propongono la collocazione di due-tre navi al terminal Ro-Ro di Fusina oggi sottoutilizzato. Delle quattro banchine previste infatti ce ne sono solo due per i traghetti, «le altre potrebbero essere utilizzate per le crociere» hanno scritto al ministro, al Porto, alla Regione, al Comune e al Provveditore alle Opere pubbliche.
Qualche anticipazione potrebbe arrivare già oggi all’arsenale dove il ministro Delrio parteciperà agli Stati generali della logistica e delle grandi infrastrutture a Nordest, in cui si sarà la protesta (richiesta di incontro) dei dipendenti di Thetis.