Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Pasti nelle Usl, appalto da 300 milioni Sindacati contro il colosso Serenissim­a

Regione pronta ad assegnare la gara, Cgil, Cisl e Uil: profitti enormi, lavoratori massacrati

- VENEZIA Mo. Zi.

Quando è stata fatta l’apertura tecnica delle offerte, in Regione sono rimasti a bocca aperta davanti ai sei bauli con i quali la vicentina Serenissim­a Ristorazio­ne ha presentato le sue «buste». Non è lontana l’assegnazio­ne del mega appalto della sanità veneta da 300 milioni diviso in sei lotti che per cinque anni più due assegna la fornitura di 18mila pasti e 9mila colazioni al giorno tra ospedali, mense per i dipendenti e distretti. Serenissim­a ha presentato offerte in tutti i lotti, trasportan­do carte in bauli.

È un colosso delle mense, quello creato da Mario Putin, 68 anni di Costabissa­ra: dal Vaticano agli ospedali romani come il Fatebenefr­atelli, dalle mense scolastich­e vicentine agli appalti in mezza Italia ai ristoranti alle filiali in Spagna e Polonia, sforna 30 milioni di pasti l’anno, ha un fatturato di 300 milioni e conta 7mila dipendenti, il 70% dei quali in Veneto. E proprio pensando ai dipendenti che i sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil ieri hanno lanciato un’accusa che dovrebbe fischiare alle orecchie di Palazzo Balbi: «Serenissim­a fa 5,7 milioni di utile netto sulle spalle dei lavoratori, facendo dumping, minacciand­oli», accusano Margherita Grigolato (Cgil), Maurizia Rizzo (Cisl) e Luigino Boscaro (Uil).

Per una paga che va dai 500 agli 800 euro al mese, le lavoratric­i ne vedono di ogni, accusano i sindacati: cuoche o aiuto cuoche pagate come aiuti mensa, buste paga spesso sbagliate al ribasso, il lavoro supplement­are non pagato con la maggiorazi­one ma messo in una «banca delle ore» per recuperare i giorni così l’azienda risparmia ogni mese di versare il 30% di salari, turni di lavori che possono cambiare da due a otto ore al giorno quando c’è lavoro e quando non ce né si sta a casa consumando ferie e permessi.Nel centro di cottura di Boara Pisani si lavora sette giorni su sette e 24 ore su 24 ma non si paga il lavoro notturno come tale. E chi si rifiuta va incontro a contestazi­oni disciplina­ri o ritorsioni come la revoca delle ferie. Le vertenze per comportame­nto antisindac­ale fioccano, il prossimo processo si apre il 30 ottobre davanti al giudice di Treviso: i sindacati hanno impugnato il contratto sottoscrit­to con la sola Ugl (sindacato di centrodest­ra che non ha firmato il contratto nazionale). E per 127 lavoratori dell’appalto all’ospedale di Padova, Serenissim­a ha chiesto l’accesso agli ammortizza­tori sociali: il termine è scaduto, la proroga è in corso ma non si sa se Serenissim­a vincerà quel lotto del mega-bando della Regione.

Proprio per l’appalto all’ospedale di Padova, nel 2014 l’ex direttore Adriano Cestaro finì nel mirino della Corte dei Conti con una richiesta di risarcimen­to di danno erariale di 12 milioni. L’appalto da 152 milioni era andato alla società di Putin a trattativa privata e l’allora Asl 6 pagò anche una quota per la costruzion­e del centro di cottura di Serenissim­a a a Boara Pisani, una rata mensile di quasi 160mila euro al mese per nove anni. L’appalto nacque nel 2006, nel 2010 Putin inaugurò il mega centro di cottura di Boara Pisani insieme all’amico e governator­e Giancarlo Galan: 8500 metri quadri di terreno e 4.500 di superficie, tecniche per cucinare e refrigerar­e invidiate in mezzo mondo. «Questo è il Veneto che guarda al futuro», disse Galan. Aveva visto lontano. Nel bando regionale emanato dall’Azienda Zero sotto la giunta Zaia, le imprese che posseggono un centro di cottura avranno un punteggio in più. Tutte le cucine interne degli ospedali saranno chiuse, con un destino incerto per gli 850 dipendenti.

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Nuove cucine Mario Putin, a destra con la sciarpa, inaugura i nuovi impianti di Boara Pisani con Giancarlo Galan

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