Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Artigiani e botteghe tradizionali contro l’invasione del turismo Appello degli operatori al Comune
Sì ai grandi brand a Venezia, ma solo se l’amministrazione tutelerà i residenti e le botteghe. Lo dice l’associazione piazza San Marco, ma lo dicono anche gestori di hotel e esponenti attività culturali veneziane riuniti ieri per un dibattito sul futuro della città in occasione dell’evento di moda «Venice Fashion Night». Compatti, chiedono regole che agevolino chi gestisce attività tradizionali contro l’«aggressività» dei turismo. «Il Comune potrebbe dare immobili in disuso alle attività artigianali da tutelare», è la proposta di Raffaele Alajmo, titolare del Caffè Quadri e del ristorante Amo all’interno del Fondaco dei Tedeschi. Le attività tradizionali cedono il posto ai grandi marchi della moda che cercano soprattutto i turisti orientali. «Il mercato va in quella direzione e per questo arrivano i grandi brand, a Venezia come nel resto del mondo, non si può far finta di non vederlo — spiega Claudio Vernier, presidente di associazione Piazza San Marco —. Quello che manca sono politiche che mettano al primo posto i cittadini e le attività locali”. Gli fa eco Adele Re Rebaudengo che con la Venice Garden Foundation ha lanciato il restauro dei Giardini Reali: «A Venezia ci deve essere posto per tutti: prima i cittadini però — sottolinea — I banchetti davanti ai Giardini? Andrebbero spostati, visto l’intervento che si sta facendo: coprono la cancellata». A influire sugli affari è anche lo stesso affollamento: «Abbiamo iniziato a ricevere su Tripadvisor le lamentele dei clienti per l’eccessiva confusione, alcuni vogliono addirittura cambiare zona», dice la famiglia Serandrei dell’hotel Saturnia, in calle larga XXII Marzo. «Non è tutto negativo, Venezia è stata eletta quarta città più elegante del mondo dalla rivista francese “Madame Figaro” — tiene a ricordare il gioielliere Alberto Nardi — A mancare è la tutela delle attività artigianali dal duopolio delle grandi griffe e della paccottiglia».