Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Autopsia e perizia sullo schianto mortale

- A. Zo.

L’autopsia e una consulenza dinamica per ricostruir­e l’incidente. Il pm Raffaele Incardona ha aperto un fascicolo sulla morte di Devis Boscolo, 40enne maestro vetraio di Marghera. Boscolo, la notte tra sabato e domenica, intorno all’1.40, stava tornando da una cena con un amico di 36 anni, che era alla guida. A un certo punto, all’altezza di via Claudia Augusta a Quarto d’Altino, l’auto ha sbandato probabilme­nte a causa della velocità ed è uscita di strada, sbattendo contro il terrapieno di un fossato. L’uomo è morto sul colpo, mentre l’amico è stato portato in gravi condizioni all’ospedale dell’Angelo di Mestre. Ora, come da prassi, il pm Incardona ha indagato quest’ultimo con l’accusa di omicidio colposo e ha deciso di disporre tutti gli accertamen­ti per capire che cosa sia accaduto. Per ora pare che sia da escludere il coinvolgim­ento di altre automobili. Boscolo era sposato e aveva un figlio. Aveva lavorato a Murano e ora era alla vetreria San Giuseppe di Piombino Dese nel Padovano. (a. zo.) fronte al giudice Fabio Moretti. Il giovane, che faceva parte di un gruppo di sbandati che viveva nella zona della stazione, dedito alle rapine e alla prostituzi­one, il 25 ottobre del 2013 aveva aggredito alle 5 e mezza di mattina in via Monte Sabotino un ferroviere, assalendol­o alle spalle, colpendolo con un pugno al volto e gettandolo a terra, tanto da lussargli anche un polso. Il tentativo di rapina era fallito solo perché in quel momento erano arrivate altre persone e lui era scappato. Gli agenti della polizia ferroviari­a si erano però subito messi sulle sue tracce dopo aver ascoltato la testimonia­nza del malcapitat­o, proprio perché si trattava di una persona nota alle forze dell’ordine.

Ben più grave però quello che era accaduto il 2 luglio 2015, quando Mustata, secondo la ricostruzi­one della polizia, si era introdotto in casa di Cannizzaro, sarto in pensione e padre dei due sacerdoti mestrini Corrado e Stefano, e forse al termine di una lite lo aveva accoltella­to più volte. Poi se ne era scappato con alcuni monili di scarso valore. A incastrarl­o era stata un’impronta digitale rinvenuta nell’abitazione, forse sul coltello. Quando la squadra mobile ha cercato dove fosse, ha scoperto che successiva­mente era stato arrestato in Romania. Dove si trova tuttora.

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