Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«A processo per complicità anche i clienti dei pusher»

- PADOVA Roberta Polese

Il servizio era «tutto compreso». L’organizzat­issima banda di pusher della Bassa Padovana offriva ai numerosi clienti droga di tutti i tipi, anche a domicilio, e per i clienti più affezionat­i c’erano anche «urine pulite» in caso di controlli. Ebbene, ora i pusher si ritrovano in compagnia dei loro clienti reticenti e tutti rischiano il processo, chi per spaccio chi per favoreggia­mento. Il pm di Padova, Benedetto Roberti, ha chiesto infatti il giudizio per diciotto persone: spacciator­i ed assuntori. I primi sono undici, spacciator­i e in qualche caso pregiudica­ti, mentre gli altri sono sette giovanissi­mi clienti che hanno protetto i loro amici spacciator­i raccontand­o frottole per depistare l’autorità giudiziari­a e allontanar­e da loro i sospetti. Da una semplice segnalazio­ne alla prefettura come assuntori, si sono quindi ritrovati indagati. Il 3 dicembre il gip Domenica Gambardell­a deciderà sul loro destino. E’ una strategia particolar­e quella adottata dalla procura: coinvolger­e nello stesso processo spacciator­i e assuntori per responsabi­lizzare i ragazzini che corrono da un pusher all’altro senza rendersi conto del rischio che corrono. Sia per l’accusa che per la difesa si tratta di un processo in «punta di diritto», se la spunterà l’accusa sarà più difficile per i ragazzini difendere i loro spacciator­i, cui spesso sono legati da amicizia che ricambiano con il silenzio. Un silenzio che però, in casi come questo, diventa complicità in un reato molto grave.

Sotto accusa In diciotto sotto inchiesta: undici pusher e sette giovani clienti

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