Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«A processo per complicità anche i clienti dei pusher»
Il servizio era «tutto compreso». L’organizzatissima banda di pusher della Bassa Padovana offriva ai numerosi clienti droga di tutti i tipi, anche a domicilio, e per i clienti più affezionati c’erano anche «urine pulite» in caso di controlli. Ebbene, ora i pusher si ritrovano in compagnia dei loro clienti reticenti e tutti rischiano il processo, chi per spaccio chi per favoreggiamento. Il pm di Padova, Benedetto Roberti, ha chiesto infatti il giudizio per diciotto persone: spacciatori ed assuntori. I primi sono undici, spacciatori e in qualche caso pregiudicati, mentre gli altri sono sette giovanissimi clienti che hanno protetto i loro amici spacciatori raccontando frottole per depistare l’autorità giudiziaria e allontanare da loro i sospetti. Da una semplice segnalazione alla prefettura come assuntori, si sono quindi ritrovati indagati. Il 3 dicembre il gip Domenica Gambardella deciderà sul loro destino. E’ una strategia particolare quella adottata dalla procura: coinvolgere nello stesso processo spacciatori e assuntori per responsabilizzare i ragazzini che corrono da un pusher all’altro senza rendersi conto del rischio che corrono. Sia per l’accusa che per la difesa si tratta di un processo in «punta di diritto», se la spunterà l’accusa sarà più difficile per i ragazzini difendere i loro spacciatori, cui spesso sono legati da amicizia che ricambiano con il silenzio. Un silenzio che però, in casi come questo, diventa complicità in un reato molto grave.
Sotto accusa In diciotto sotto inchiesta: undici pusher e sette giovani clienti