Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Mercati all’asta: i veneziani resistono Da Rialto a Marghera 1200 domande
Sfuma la paura degli ambulanti verso i colossi stranieri. Adesso tocca alle edicole
Dalla Salute a Marghera, erano più di 1.200 le postazioni all’asta e tante sono state anche le domande presentate al bando del Comune. La parola d’ordine era concorrenza ma nessun «gigante» straniero si è affacciato in laguna: banchi di souvenir, frutta e verdura, ma anche dei mercati settimanali, rimarranno di fatto a chi c’è già oggi, a vedere la documentazione arrivata a Ca’ Farsetti nelle scorse settimane prima della scadenza del bando (31 ottobre). E ora tocca alle edicole (scadenza novembre), con numeri decisamente inferiori rispetto ai banchi del mercato, sono coinvolte settanta attività, quasi tutte a Venezia (51). E’ la mannaia, a sentire i commercianti, della direttiva Bolkestein, che prevede il bando per le occupazioni di suolo pubblico di banchi e mercati. Anche se l’obiettivo finale è di promuovere la concorrenza, alla fine chi già ha la concessione oggi continuerà ad averla anche domani, perché tra i criteri di assegnazione è stato introdotto quello dell’anzianità dell’esercizio (dai 40 ai 60 punti in più a seconda se sia di cinque, dieci o più anni), ma nemmeno questo è sufficiente per gli ambulanti che la gara non la volevano proprio fare per continuare ad avere una proroga dopo l’altra, così come è avvenuto finora, magari passando la concessione di padre in figlio.
Il timore delle le associazioni di categoria infatti era che arrivasse una catena, come è successo nelle stazioni ferroviarie, dove con il restyling di Grandi Stazioni è entrato l’Hudson group. All’epoca, però, non erano stati ancora stabiliti i sistemi di punteggio che invece tutelano gli attuali concessionari. Un sistema che garantisce gli operatori e che è ben evidente dalle domande arrivati in questo periodo in Comune. Diverso poi il discorso di chi davvero gestirà i banchi, considerando che già oggi per il 90 per cento dei casi sono affittuari. Per un anno e mezzo comunque non cambierà niente, tutto rimarrà come è oggi (banchi e posizioni), fino al dicembre del prossimo anno: poi scatterà la rivoluzione. Le nuove assegnazioni infatti entreranno in vigore l’1 gennaio 2019 e chi se le aggiudicherà dovrà introdurre il cosiddetto «banco tipo», ossia tende, coperture e strutture identiche per tutti gli ambulanti, un po’ come già succede in campo Bella Vienna, in ruga degli Oresi e in piazzale Roma, ai chioschi di Papadopoli.
In tutto, tra centro storico e terraferma, ci sono 1.696 banchi in funzione, sette postazioni sono invece cessate e 281 non occupate. A Venezia e nelle isole ci sono 782 operatori, di cui 338 nei mercati, 240 nelle fiere (Natale, Madonna della Salute, Pasqua e Carnevale), altri 127 sono posteggi isolati, 26 chioschi e 51 edicole. Altri 146 non sono occupati e 5 sono stati eliminati. In terraferma, la maggior parte dei commercianti opera nei mercati rionali (880 banchi su un totale di 910 attivi), sono solo due quelli isolati e 22 le edicole (ci sono 135 banchi inutilizzati e 2 cessati). Non tutte però sono andate a gara lo scorso mese, perché per alcune la scadenza della concessione è nei prossimi anni. All’asta il mercato di Rialto, del pesce e della frutta, le bancarelle in piazza San Marco, i banchi del Lido, ma anche quelli provvisori durante la festa della Madonna della Salute che vendono candele e le edicole. Poi c’è la terraferma: i posti del mercato settimane di Marghera e di Parco Ponci, così come quelli giornalieri di via Fapanni. Molti veneziani da generazioni, alcuni solo da qualche anno «adottati» come i tanti ambulanti di origine bengalese.
Tempi Le nuove assegnazioni in vigore dal 2019