Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Parto sbagliato condannati due medici

- VENEZIA

Da quel drammatico parto sono passati ormai dieci anni. E cinque da quando il piccolo bambino, nato tetraplegi­co a causa di una grave anossia (mancanza di ossigeno), è morto. Ieri mattina il giudice monocratic­o Sara Natto ha messo una prima parola «fine» sulla vicenda che aveva sconvolto la vita di una famiglia veneziana, che aveva deciso di far nascere il proprio bambino nella clinica Villa Salus di Mestre. I due medici che avevano seguito il parto, Paolo La Rosa e Cosimo Capoti sono stati entrambi condannati a otto mesi (pena sospesa) con l’accusa di omicidio colposo. Secondo il pm Paola Mossa, che nella sua requisitor­ia aveva chiesto 2 anni e 4 mesi per La Rosa e 1 anno e 4 mesi per Capoti, sia quest’ultimo, che era il medico in servizio all'ingresso nella struttura della giovane mamma, che il primo, che gli era subentrato, avessero sottovalut­ato le sue condizioni, ritardando troppo il parto cesareo. La donna aveva infatti in corso una rottura dell’utero, che non era stata diagnostic­ata tempestiva­mente. La difesa aveva cercato di convincere il giudice che la rottura dell’utero era un fatto imprevedib­ile perché poco frequente e che i medici non avevano avuto alcuna colpa.

La donna e il marito non erano costituiti parte civile perché, con l’avvocato Abram Rallo, avevano deciso di percorrere la strada della causa civile. In primo e in secondo grado alla famiglia è stato liquidato circa mezzo milione di euro, ma il legale ha fatto ricorso in Cassazione per l’applicazio­ne delle tabelle «milanesi», che sono più alte rispetto a quelle «veneziane» per i risarcimen­ti. C’è inoltre un’altra causa civile perché la donna avrebbe poi avuto una seconda rottura dell’utero, che l’ha portata alla rimozione e dunque a non avere più figli. (a. zo.)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy