Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Ho ucciso papà» Per il fratello ha inventato tutto
Oderzo, il 77enne era morto per apparenti cause naturali. Il gip lo lascia in cella ma i dubbi restano
Rimane in carcere Carlo Frisiero che ha confessato ai carabinieri di aver soffocato il padre un anno fa. Il fratello: «Non gli credo, è assurdo».
rianimatorie: c’è la telefonata registrata». Eppure il 44enne arrestato sabato sera avrebbe raccontato ai carabinieri di Bologna, pare alternando momenti di grande lucidità a stati di disorientamento, che era colpa sua. Che aveva fatto ingerire al genitore con una patologia alla gola e quindi con problemi di deglutizione, «un alimento comprato in farmacia reso pastoso». Forse una bevanda vitaminica, di cui però non ricordava il nome. «Una sostanza liquida a cui ho dato consistenza, con cui ho fatto soffocare papà» avrebbe raccontato il 44enne, forse incapace di accettare la sofferenza del pensionato.
Ma per Stefano Frisiero non c’è nulla che torna nella confessione choc che sabato sera suo fratello ha rilasciato ai carabinieri di Bologna Centro. «Se fosse morto soffocato perché non è emerso? I medici hanno parlato di morte naturale ed è stata archiviata come tale» fa sapere ancora Stefano Frisiero che ha incontrato il parente l’8 novembre scorso, giorno del suo compleanno. «Ci siamo incrociati a casa di papà: una stretta di mano per gli auguri, lui mi è sembrato come al solito».
In tasca, sabato sera, il fratello aveva un biglietto per Istanbul e di lì a poco avrebbe dovuto ragin giungere l’aeroporto per imbarcarsi per la Turchia. Uno dei suoi tanti viaggi all’estero «per le sue ricerche di antropologia che aveva intrapreso dopo la laurea in psicologia» racconta il familiare. Ma quell’autodenuncia inaspettata - sulla quale ora dovranno essere trovati riscontri - ha cambiato ogni piano: il 44enne è stato sottoposto a fermo e portato carcere. Dove rimane. Così ha deciso ieri il gip Rita Zaccariello che ha convalidato il suo fermo. Frisiero, comparso davanti a lei in mattinata, aveva scelto la via del silenzio. «La chiave di tutto potrebbe essere a casa di papà, nei tanti manoscritti che Carlo ha lasciato - è convinto Stefano : non so scavare nell’indole di mio fratello ma penso che con questo suo continuo viaggiare si possa essere messo in pericolo e fosse in cerca di protezione, che con questa storia senza senso avrebbe trovato».
Un puzzle di tessere che non tornano a posto. Per la famiglia e sembra pure per gli investigatori. A far quadrare il cerchio starà ora alla procura di Treviso, a cui verranno trasmessi gli atti per competenza. Di certo non c’è più salma da riesumare. «Abbiamo cremato papà come da suo desiderio».