Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Tre facchini denunciati al Marco Polo
Decine di furti nelle valigie dei passeggeri per un totale di 20mila euro di refurtiva
Indumenti femminili, oggetti preziosi ma, soprattutto, gioielli. Dalla bigiotteria alle collane, gli orecchini e i bracciali di valore. Prima di caricare o scaricare le valigie dagli aerei le perlustravano e le saccheggiavano. Tre facchini dell’aeroporto Marco Polo di Venezia sono stati denunciati dopo le indagini dei carabinieri partite dai filmati delle telecamere di sorveglianza. Gli inquirenti hanno documentato decine di furti e ventimila euro di refurtiva.
Soldi. Chiedeva sempre più soldi e non voleva essere disturbato. Se non li riceveva diventava aggressivo. Minacciava i suoi famigliari, li picchiava arrivando a torturarli. In un’occasione, nei primi giorni di novembre, si è scagliato contro il nonno la cui unica colpa era quella di averlo rimproverato. L’ha picchiato a sangue trascinandolo con un amico in un canale e tenendogli la testa infilata in un tubo di scolo. Dopo quattro anni i carabinieri hanno messo fine all’incubo vissuto da una famiglia di Teglio Veneto. Da una madre, ormai disperata, che solo di recente ha trovato la forza di denunciare suo figlio e i maltrattamenti che nel tempo ha riservato a lei e agli altri familiari. Il giovane, che ha 26 anni e con alle spalle problemi legati alla tossicodipendenza, venerdì pomeriggio è stato arrestato dai militari della stazione di Villanova di Fossalta su esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dal gip del tribunale di Pordenone Rodolfo Piccin. Le indagini sono cominciate alcune settimane fa, quando la donna ha raccontato la verità ai carabinieri. Quello che è stata costretta a subire negli ultimi quattro anni è stato un vero e proprio calvario: minacce, insulti, aggressioni continue da parte del figlio che pretendeva denaro e altri benefici. Nel 2014 il giovane si era allontanato da casa per alcuni giorni, preoccupata la mamma ne aveva denunciato la scomparsa e per questo il ragazzo, al suo rientro, l’aveva presa a calci e schiaffi. La notte seguente, dopo averla svegliata e scaraventata in strada in pigiama, l’aveva costretta a dormire in auto. In un’altra occasione le
La denuncia