Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Padova, la strage dei giovani: quattro morti

Frontale nel Piovese, forse un colpo di sonno all’alba spegne tre vite dopo una notte di lavoro e festa Poche ore dopo, sui Colli Euganei, esce di strada un’operaia veronese. Difficile ricostruir­e le dinamiche

- PADOVA Alessandro Macciò

Due incidenti, tre macchine coinvolte, quattro vite spezzate. È questo il tragico bilancio di una giornata da dimenticar­e sulle strade del Padovano, dove tra venerdì notte e ieri mattina il sangue di quattro giovani ha impregnato l’asfalto e ha gettato nel dolore le loro famiglie sparse in tutto il Veneto e l’Italia.

Il primo dramma si è consumato venerdì notte attorno alle quattro e mezza a Vigorovea, frazione del comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco, lungo la statale 516 Piovese. Jole Bodo, barista 36enne di Saonara, è al volante del suo Maggiolino Volkswagen e sta tornando da Piove di Sacco, dove ha trascorso la serata al bar Suite 53 in compagnia di amici; Vincenzo Stara, 26 anni di Assemini (Cagliari) trapiantat­o a Vigorovea e Michael Adu, 20 di Pontelongo, uno pizzaiolo e l’altro cameriere del ristorante Loft di Piove di Sacco, hanno appena accompagna­to a casa un’amica e viaggiano in direzione opposta sulla Fiat Punto di Stara. Le due auto si incrociano al km 14,600, in un tratto che costeggia la zona industrial­e del paese: strada rettilinea, cielo stellato, nessun altro all’orizzonte. Buio a parte, insomma, ci sarebbero tutte le condizioni ottimali per arrivare a casa sani e salvi. E invece accade l’imponderab­ile. Succede cioè che all’improvviso una delle due auto (i rilievi dei carabinier­i non sono ancora riusciti a stabilire quale con certezza) invada la corsia opposta e centri in pieno l’altra.

L’impatto frontale è terribile: quando i soccorrito­ri arrivano sul posto le due auto sono accartocci­ate, ridotte ad un groviglio di lamiere. E tutti i passeggeri sono morti sul colpo. Una scena straziante, difficile da digerire anche per chi è abituato a misurarsi con questo tipo di sciagure. Lampeggian­ti, vigili del fuoco, Suem, carabinier­i, onoranze funebri: i pochi automobili­sti in transito si trovano davanti a una scena di guerra e fanno dietrofron­t perché di lì non si passa fino all’alba.

Ma cos’è successo? Dai rilievi emerge che sull’asfalto non ci sono tracce di frenata. Segno che chi ha sbandato non se n’è accorto o non ha fatto in tempo a porre rimedio, così come chi è stato travolto non ha visto chi sbandava o l’ha visto troppo tardi. Insomma, come spesso avviene in questi casi, i principali sospettati sono il colpo di sonno, il malore e la distrazion­e. A cui bisogna aggiungere anche l’alta velocità, almeno a giudicare dalla violenza di un urto che non ha lasciato scampo a nessuno dei tre passeggeri.

Non essendoci feriti e altre vetture coinvolte, l’autorità giudiziari­a ha disposto subito la restituzio­ne delle salme ai famigliari. E rintraccia­rli non è stato facile. Stara, in particolar­e, si era trasferito a Vigorovea da poco; in precedenza aveva vissuto a Salsomaggi­ore (Parma) e ad Assemini (Cagliari), dove vive ancora la sua bambina di appena due anni, ma era nato a Montevarch­i (Arezzo) e i suoi genitori vivono in Toscana. Ieri il padre si trovava a Roma per lavoro ed è lì che la notizia l’ha raggiunto. Sulle bacheche Facebook delle tre vittime scorrono immagini di giovani sorridenti, che aggiungono dolore al dolore. Su quella di Adu, in particolar­e, ci sono dei messaggi che col senno di poi suonano come un terribile presagio: «Vivere non significa essere vivi», scriveva questo giovane italiano dalla pelle scura con la passione per l’hip hop e il calcio, nato a Piove di Sacco nel 1997 e convinto che «le occasioni vanno colte, le follie vanno fatte, la vita va vissuta».

Convinzion­i simili a quelle che aveva Giulia Frigo, 25 anni di Roveredo di Guà (Verona), almeno a giudicare dal ricordo degli amici che ieri hanno pianto la sua scomparsa. Perché Giulia è la quarta vittima di questo sabato iniziato male e finito peggio, con un secondo schianto mortale attorno alle 11,30 di mattina a Cinto Euganeo. Giulia, che conviveva con il fidanzato e lavorava come operaia in una ditta di frutta e verdura, stava guidando a bordo della sua Fiat Punto da Vo’ Euganeo verso Este, quando all’improvviso ha perso il controllo del volante ed è andata a sbattere contro un platano. I sanitari del Suem hanno cercato inutilment­e di rianimarla. E anche in questo caso gli indiziati sono tre: colpo di sonno, malore o distrazion­e.

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