Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Aeroporto, i facchini con il «vizietto» del furto nei bagagli Tre denunciati, decine di colpi: refurtiva per 20 mila euro
Indumenti femminili, oggetti preziosi ma, soprattutto, gioielli. Dalla bigiotteria alle collane, gli orecchini e i bracciali di valore. Non si lasciavano sfuggire niente. Prima di caricare o scaricare le valigie dagli aerei le perlustravano e le saccheggiavano infilando in tasca ciò che poteva fare comodo ed essere, magari, rivenduto. Se il ruolo che ricoprivano permetteva loro di armeggiare con i bagagli dei passeggeri senza destare troppi sospetti, tre facchini dell’aeroporto Marco Polo di Venezia non avevano, però, fatto i conti con le telecamere di sorveglianza. Occhi elettronici che li hanno ripresi ogni volta che infilavano le mani all’interno delle valigie e che, alla fine, li hanno incastrati. Negli ultimi mesi, come hanno accertato i carabinieri, hanno commesso una raffica di furti nello scalo veneziano e potrebbero essere ancora di più di quelli accertati dai carabinieri.
Non sono i primi dipendenti infedeli ad essere denunciati in aeroporto. Da gennaio le forze dell’ordine hanno sorpreso in diversi episodi altri tre lavoratori in servizio al Marco Polo, col «vizietto» del furto. Tutti traditi dalle telecamere di sorveglianza che all’aeroporto di Tessera sono centinaia. Gli ultimi tre facchini smascherati i giorni scorsi, tutti di età e nazionalità diverse, sono stati traditi dalla loro poca attenzione. Evidentemente hanno pensato che fosse sufficiente non farsi notare dai colleghi. L’indagine dei militari della stazione di Tessera è cominciata ad ottobre, quando le segnalazioni dei passeggeri hanno cominciato ad arrivare quasi ogni giorno. Tutti si lamentavano di essere stati derubati di oggetti preziosi che avevano riposto nei bagagli da mandare in stiva. Ed è proprio nel momento del carico o dello scarico che i tre dipendenti infedeli entravano in azione. Non appena notavano una valigia senza lucchetto la aprivano e, con una mossa fulminea, arraffavano ciò che potevano. Poi richiudevano il bagaglio e lo riponevano al suo posto, senza destare troppi sospetti. Gli investigatori ritengono che il numero dei furti sia molto alto, vista la refurtiva trovata a casa di uno dei tre facchini considerato il dipendente che ha messo a segno più colpi. Questa settimana durante una perquisizione nella sua abitazione i militari hanno trovato ben 435 collane e 30 paia di orecchini, mentre a casa dei due complici altri preziosi e indumenti da donna. Il tutto per un valore complessivo di 20mila euro. L’intera refurtiva è stata sequestrata e in parte riconsegnata ai proprietari italiani e stranieri che avevano denunciato gli ammanchi. Non è escluso che della banda di dipendenti infedeli facesse parte anche qualcun altro. I carabinieri stanno proseguendo le indagini proprio per capire si ci siano altri complici e smascherarli. Così come furono smascherati nei mesi scorsi i loro «colleghi»: a settembre un magazziniere che rubava i profumi al duty free, ad agosto il capo squadra del carico e scarico bagagli e a luglio un altro uomo che frugava sia tra i bagagli a mano che in quelli destinati alla stiva.