Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Luca è uscito dal coma Il questore: «Se qualcuno ha sbagliato pagherà»

Vicenza, il tifoso prima di perdere i sensi: «Picchiato dalla polizia». Spunta un video. Ma resta l’ipotesi dell’incidente

- Di Andrea Priante

«Stiamo indagando e se qualcuno ha sbagliato pagherà», assicura il questore di Vicenza, in merito al caso di Luca Fanesi, l’ultrà ferito il 5 novembre in circostanz­e poco chiare.

«Verificher­emo cos’è accaduto a Luca Fanesi e, se dovese emergere che qualcuno ha sbagliato, ne pagherà le conseguenz­e». Il questore di Vicenza, Giuseppe Petronzi, segue da vicino le indagini sul ferimento del tifoso della Sambenedet­tese dopo la partita contro il Vicenza. La procura indaga per rissa e lesioni, e ha delegato agli accertamen­ti proprio la polizia, finita nel mirino della Curva rossoblù, secondo la quale l’uomo sarebbe stato preso a manganella­te dagli agenti, fino a procurargl­i quattro fratture al cranio. Tesi opposta a quella fornita dalla Digos fin dal primo momento: Fanesi ha fatto tutto da solo.

I fatti risalgono al 5 novembre, e da allora la storia di questo ultrà ricoverato in Rianimazio­ne all’ospedale berico sta rimbalzand­o da uno stadio all’altro, con striscioni che chiedono «Giustizia».

La buona notizia è che Fanesi non è più in coma. «Ne è uscito, per fortuna», spiega il fratello Massimilia­no che da San Benedetto del Tronto si è «trasferito» a Vicenza per restargli accanto. E ieri l’ha raggiunto anche Teresa, la moglie di Luca. «Per precauzion­e i medici lo tengono sedato e stanno riducendo progressiv­amente i farmaci, in attesa di capire se si risveglier­à e con quali conseguenz­e. Mio fratello sta già dando qualche segno di reazione».

Massimilia­no Fanesi ieri è tornato sul luogo del ferimento: una cancellata lungo viale Trissino, a 200 metri dallo stadio. Si tratta della recinzione di metallo che separa la strada da un condominio. Nel giardino interno, una pianta ha nascosto alla vista dei residenti quanto accadeva sul marciapied­e. «Non accuso nessuno - dice ma voglio la verità».

Stando alle ricostruzi­oni, quella domenica i tifosi della Sambenedet­tese avevano lasciato il Menti a bordo di alcuni minivan, sotto una pioggia battente. La colonna dei mezzi si era fermata facendo scendere circa 40 tifosi infuriati, compreso Fenesi, che avevano percorso il tratto di strada che porta in viale Margherita, alcuni armati di bastoni (poi sequestrat­i dalla polizia). Lì si erano scagliati contro un piccolo gruppo di ultrà biancoross­i. Pochi secondi, fino all’arrivo delle Volanti. Poi la fuga, di nuovo verso i minivan. Ma a sbarrare loro la strada, avevano trovato una camionetta con nove agenti del reparto mobile in tenuta antisommos­sa. È in quell’imbuto di asfalto che il quarantenn­e è rimasto ferito.

I tifosi dicono che tre testimoni avrebbero visto l’uomo a terra, mentre un agente lo colpiva sul capo con il manganello. E ieri l’avvocato della famiglia, Andrea Balbo, ha depositato in procura una memoria in cui si fa il nome di uno di questi testimoni. Consegnato anche il video, girato da una finestra, che mostra l’arrivo del tifoso, ma non il presunto pestaggio. I poliziotti, invece, sostengono che Fanesi ha sbattuto la testa contro la recinzione, forse dopo essere scivolato per la pioggia. «Chiunque abbia informazio­ni - dice il questore - si faccia avanti: nulla sarà insabbiato. Vogliamo arrivare alla verità».

Finora gli investigat­ori hanno sentito venti di persone e acquisito altri filmati. In uno, si vede Fanesi correre verso la camionetta. In un altro, è già a terra sanguinant­e. Neppure questi, però, mostrano il momento del ferimento. In attesa che sia lui stesso a raccontare quanto accaduto, restano le parole rivolte ai medici, prima di entrare in coma: «Mi hanno picchiato i poliziotti». Una verità, ancora tutta da dimostrare.

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 ??  ?? Il fratello e la recinzione Massimilia­no Fanesi nel luogo in cui suo fratello è rimasto ferito il 5 novembre
Il fratello e la recinzione Massimilia­no Fanesi nel luogo in cui suo fratello è rimasto ferito il 5 novembre

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