Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Cipriani lite sul nome Risarcimen­to respinto

- A. Zo.

La «guerra dei nomi» con i proprietar­i dell’hotel fondato da suo padre va avanti da anni e dopo aver ottenuto dal tribunale di Venezia nel 2011 il diritto a usare il suo cognome, ora Arrigo Cipriani incassa una sconfitta. I giudici veneziani hanno infatti rigettato il ricorso con cui il ristorator­e veneziano più famoso del mondo chiedeva a Belmond, la società proprietar­ia dell’hotel Cipriani, un risarcimen­to danni milionario per tutte le spese avute in questi anni per difendersi in tutto il mondo dai loro attacchi giudiziari. Belmond, come si è rinominata nel 2014 la «Orient-Express Hotels», ha infatti avviato numerose cause contro Arrigo Cipriani per evitare che potesse aprire ristoranti con quel nome. Nel 2010 Cipriani aveva dovuto incassare una pesante batosta in Gran Bretagna, dove il giudice gli aveva imposto di cambiare il nome del ristorante londinese (che oggi infatti si chiama «C London») e di pagare una maxi-somma di quasi 10 milioni ai rivali. L’anno successivo, però, il tribunale di Venezia aveva dato il via libera all’uso del nome, anche se in realtà in Italia non è mai stato aperto un altro locale oltre all’Harry’s Bar e all’Harry’s Dolci. In particolar­e Cipriani aveva sempre fatto valere una scrittura privata tra il padre Giuseppe e i soci a cui aveva venduto l’hotel, che prevedeva un patto di non belligeran­za sul nome della durata di cinque anni, dal 1967 al 1972. Secondo il patron dell’Harry’s Bar, dunque, da quel momento sarebbe finito il divieto reciproco di farsi la guerra sul nome ed eventuali future registrazi­oni del marchio, che ci sono state, sarebbero dovute essere valide solo nei confronti di terzi. Ma Orient-Express e Belmond hanno continuato con le cause o costretto Arrigo a costose registrazi­oni, per le quali ora chiedeva un risarcimen­to con il professore milanese Adriano Vanzetti. Ma la Belmond, assistita dallo studio legale Nctm, ha resistito ed è riuscita a convincere il giudice che quella scrittura privata non avesse valore a questi fini. Cipriani ha però ristoranti con quel nome a Montecarlo, Ibiza New York, Miami, Città del Messico, Dubai, Abu Dhabi, Riyadh e Hong Kong: in tutto 25 locali che danno lavoro a circa 3 mila dipendenti.

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