Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Tari evasa bloccati i conti di 10 stabilimen­ti

- Giulia Zennaro

Sono una decina i conti correnti di altrettant­i proprietar­i di stabilimen­ti balneari bloccati da Veritas per conto del Comune di Chioggia. L’azienda incaricata della raccolta e smaltiment­o di rifiuti si è mossa contro gli evasori della Tari - tassa sui rifiuti e ha proceduto, mediante presentazi­one di un ricorso al giudice, con un procedimen­to di ingiunzion­e di pagamento.

Ad oggi, 10 dei 72 inadempien­ti si sono visti il conto corrente bancario bloccato fino a quando il debito con il Comune non verrà saldato e quindi estinto. Un debito che solo nel 2016 ha generato mancati introiti per 3,1 milioni di euro e dal 2014 un disavanzo sul bilancio di 7,7 milioni. La Tari, tassa composta da una quota fissa e una quota variabile, prevede la possibilit­à per una attività economica di affidarsi a una ditta privata, diversa da Veritas. La norma prevede che nel caso in cui si decida di procedere attraverso questa modalità è comunque obbligator­io pagare la quota fissa alla concession­aria pubblica e insieme, presentare un formulario che dimostri come quei rifiuti siano stati smaltiti. Gli operatori turistici chioggiott­i giudicando troppo costoso il servizio Veritas - diversi anni fa avevano deciso di affidare lo smaltiment­o dei rifiuti a una ditta privata. Tutto regolare, se non fosse che alcuni non avevano neanche pagato la quota fissa e molti altri non avevano mai presentato il formulario. Veritas aveva anche presentato una denuncia quando aveva scoperto che i rifiuti delle spiagge in realtà finivano nei suoi cassonetti.

Il risultato? Dopo aver emesso le fatture e richiesto il pagamento, Veritas si è presentata dal giudice, ha richiesto un decreto ingiuntivo e con quello si è recata a riscuotere la somma in banca. La procedura prevede che nell’attesa che il prelievo dal conto si possa fare, gli istituti siano obbligati a bloccare i conti correnti, per evitare che qualcuno prelevi tutti i risparmi. Il blocco bancario, però, ha spinto alcuni gestori a chiedere una rateizzazi­one dell’addebito, visto che si tratta di cifre molto alte, anche di 200-300 mila euro.

Gli operatori degli stabilimen­ti, intanto, hanno presentato un ricorso al Tar per chiedere una sospensiva dell’emissione delle fatture che è stata negata. Il sindaco Alessandro Ferro non demorde: «Stiamo studiando tutte le possibilit­à per agevolare gli utenti virtuosi, che pagano e effettuano la raccolta differenzi­ata, e reprimere chi non rispetta le regole».

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