Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
La gondola «smontabile» costruita in un magazzino con 350 cassette della frutta
Una gondola fai da te a impatto zero, assemblata in un magazzino che non è uno squero, dall’ingegno di un falegname autodidatta che di mestiere non fa il carpentiere. L’ha appena sfornata il «Cantiere dei burloni», in campiello San Mattio. Nata, come Pinocchio, dal legno di scarto. Anzi, peggio, da 350 cassette della frutta destinate all’ecocentro. Ma come succede a Geppetto, dalle mani di Angelo Boscolo ne è nato un capolavoro: una gondola variopinta da 10 metri e 35 centimetri. A dispetto degli scettici, ieri mattina ha superato con lode la prova del varo. «È andata benissimo» gioisce vittorioso dopo averla vogata in Canal Grande. Il 62enne l’ha incollata pezzetto per pezzetto all’interno del suo magazzino, un ex deposito di frutta e verdura dove, assieme al padre, Boscolo ospitava gli ortaggi da vendere al mercato. «Il fondo è reso ben solido spiega - da pezzi di compensato. Non ha nulla di diverso rispetto alla classica gondola. Solo 30 centimetri in meno». Trenta centimetri in meno per colpa dello spazio ristretto del magazzino-cantiere, che ha costretto Boscolo costruirne una metà alla volta, fatte combaciare in un secondo momento. Nelle vecchie celle frigorifere del padre, Angelo ha diviso, tagliato e catalogato ogni pezzo delle cassette della frutta prima dell’assemblaggio. «L’ho chiamato Cantiere dei burloni 847/ a - racconta ridendo - e poi mi sono fatto fare un logo scherzo- so con forcola, martello e tenaglia da un amico grafico. L’ho poi riprodotto nella mia gondola».
Quasi due anni di lavoro che hanno distratto l’ex fruttivendolo veneziano dall’impegno costante nell’assistere l’anziana madre. «L’ho fatto a tempo perso. Per concentrare la mente su altro. In ogni momento libero confida - quando mia sorella mi dava il cambio nell’accudire mia mamma novantenne, venivo qui. E tanti amici sono passati a osservarmi stupiti. Allora aggiungevo una sedia e interrompevo il mio lavoro per riposarmi e fare due chiacchiere». Ha fatto tutto da solo, sostiene, con una tecnica personale, imparata a suon di fare e disfare: «Mi venivano a dire: “Ma guarda che la gondola va costruita con nove tipi diversi di legno!”, e io rispondevo: “Ma lo sapete che le cassette della frutta sono fatte con almeno 20 tipi di legno di scarto?». Legno che lo squerariolo improvvisato ha recuperato dai colleghi fruttivendoli prima che finisse al macero e che ha reso impermeabile all’acqua salmastra con diversi strati di resina epossidica. Adesso la gondola dà sfoggio di sé in laguna, sovraimpressa da centinaia di scritte e loghi commerciali delle vecchie cassette, lasciati volutamente a vista per ricordarne le origini. Sfilerà ancora, a dicembre, alla corsa dei Babbi Natale, poi all’Epifania e, neanche a dirlo, diventerà nuova attrazione del carnevale veneziano. La prossima impresa di Boscolo? Smontarla e ricomporla per farla navigare sopra ai laghi del Tirolo austriaco: «Ora voglio vogare in mezzo alla neve. Porterò un po’ di Venezia oltreconfine».