Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Denunce «nascoste» la difesa dei poliziotti «Problemi di personale» Caso Jesolo, i legali: nessuna volontà di occultare nulla

- VENEZIA

L’ex dirigente del commissari­ato di Jesolo Giuseppe Cerni e l’ispettore Davide Facchin sono indagati per omissione d’atti d’ufficio: la procura di Venezia li accusa di non aver trasmesso 123 denunce, rimaste in uno scatolone in archivio

I pm, che hanno chiuso l’inchiesta per i due, avevano inizialmen­te indagato anche l’ex questore Angelo Sanna per i mancati controlli, ma poi hanno chiesto l’archiviazi­one

«Abbiamo già chiarito la posizione dell’ispettore Facchin nel corso delle indagini preliminar­i. Non ci sono responsabi­lità penali, Facchin ha fatto sempre al meglio il suo dovere». Gli avvocati Piero Santin e Alessio Golluccio difendono a spada tratta l’ispettore del Commissari­ato di Jesolo, responsabi­le dell’ufficio denunce, indagato dalla procura di Venezia per omissione d’atti d’ufficio con l’ex dirigente Giuseppe Cerni: secondo il procurator­e aggiunto Adelchi d’Ippolito e il pm Francesca Crupi, che nei giorni scorsi hanno firmato l’avviso di conclusion­e delle indagini preliminar­i, Cerni e Facchin avrebbero omesso di trasmetter­e alla procura 123 denunce risalenti a un periodo tra il 2013 e il 2016, rimaste invece in uno scatolone nell’archivio della sede. Inizialmen­te era stato indagato anche l’ex questore di Venezia (oggi a Torino) Angelo Sanna, per il quale però i magistrati hanno chiesto l’archiviazi­one, pur censurando la carenza di controlli nei confronti di un ufficio peraltro già «macchiato» nel 2013 dagli arresti di tre agenti per corruzione in una maxiinchie­sta sul «mercato» dei permessi di soggiorno.

«Non si può parlare di volontà di non fare da parte di Facchin - continua l’avvocato Golluccio - Lo scatolone non è mai stato accantonat­o o gettato, non si è cercato di occultare alcunché. Il problema è che la carenza cronica di personale ha impedito di mandare avanti alcuni fascicoli ordinari, ma non era certo Facchin a dover risolverlo». Nessun commento invece da parte di Cerni e del suo difensore, l’avvocato Francesco Schioppa. L’ex dirigente del commissari­ato jesolano, però, era stato già sentito dagli inquirenti e lì aveva spiegato la situazione. Si sarebbe anche preso la responsabi­lità di non aver controllat­o bene

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