Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Ragazzina scomparsa da Trieste trovata in stazione a Venezia

- E.Bir. A. Zo.

Èstata una sua amica a notarla. Era certa che fosse lei e ha avvisato la polizia ferroviari­a. La sua è stata la segnalazio­ne decisiva, grazie alla quale gli agenti sono riusciti a intercetta­re Noemi, la ragazzina di 14 anni scomparsa da casa, a Trieste, lunedì. Del caso si era occupata anche la trasmissio­ne di Rai3 «Chi l’ha visto», dove la famiglia della giovane aveva lanciato un appello. Noemi era uscita di casa per andare a scuola, ma non ci era mai arrivata. Quando i genitori non l’hanno vista tornare a casa ne hanno denunciato la scomparsa. Le prime ricerche non hanno dato alcun esito. Fino a ieri pomeriggio. Intorno alle 14.40 un’amica l’ha riconosciu­ta alla stazione ferroviari­a di Venezia Santa Lucia e ha avvisato la polfer. La giovane, secondo una prima ricostruzi­one, aveva acquistato un biglietto ferroviari­o per Verona. Gli agenti, dopo essersi messi in contatto con il capotreno, sono riusciti a salire a bordo del convoglio all’altezza di Quarto d’Altino, dove hanno individuat­o Noemi. La ragazzina è stata accompagna­ta a Mestre negli uffici della polizia ferroviari­a, dove ha atteso che i genitori arrivasser­o a prenderla. l’avanzament­o di quelle pratiche, ma avrebbe chiarito di aver firmato una disposizio­ne scritta a Facchin, dicendogli di trattare le denunce arretrate e di trasmetter­le alla procura, cosa che però non sarebbe mai avvenuta, mentre lui era convinto del contrario. Cerni avrebbe inoltre spiegato che nell’arco di un triennio dal commissari­ato di Jesolo, che aveva una forte carenza di personale e che aveva anche dovuto affrontare il trasloco nel 2015 in una nuova sede, erano arrivate circa 6 mila denunce e che dunque quel centinaio abbondante erano solo una minima parte, peraltro per reati minori come furti o clonazioni di carte di credito.

Il dirigente ha poi scagionato l’ex questore Sanna, affermando di non avergli mai riferito di questa situazione, anche se l’accusa inizialmen­te formulata dai pm era quella di aver omesso i controlli. In realtà era stato proprio Sanna, interpella­to dal nuovo dirigente Vincenzo Maruzzella, a far inviare tutto in procura. Al suo arrivo, Maruzzella aveva infatti ricevuto la segnalazio­ne del responsabi­le dell’archivio, preoccupat­o per quello scatolone che non avrebbe dovuto essere lì e ne aveva subito parlato con il suo superiore.

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