Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
I nuovi mezzi da sbarco della Marina Militare escono dal cantiere Vittoria
Quattro mezzi militari da sbarco modello Landing Craft LC23, da consegnare entro il 2021. È la commessa che si è aggiudicato il cantiere navale Vittoria, di Adria, per conto di Fincantieri, nell’ambito di un più vasto programma di rinnovamento della flotta della Marina militare italiana.
«Questa commessa – ha spiegato ieri il presidente del cantiere polesano, Luigi Duò rappresenta un importante riconoscimento della nostra specializzazione nel campo della difesa militare e conferma la validità dei nostri sforzi, in termini di ricerca e innovazione, anche nel mercato dei mezzi da sbarco. Dopo dieci anni dall’ultima fornitura di unità di questa tipologia, siamo orgogliosi di dotare nuovamente la Marina Militare di imbarcazioni estremamente moderne, innovative e dalle ottime performance, in grado di fornire il massimo supporto alle operazioni anfibie della Difesa».
Le navi saranno lunghe 23,8 metri, larghe 6,6 e alte 2,8 e potranno raggiungere una velocità massima di 22 nodi. Il peso è di 140 tonnellate ciascuna per una capacità di carico massima di 60 tonnellate. Ogni mezzo potrà trasportare due veicoli anfibi d’assalto o due semoventi d’artiglieria imbarcati sull’unità madre, un carro armato Ariete da 60 tonnellate e fino a 300 militari.
Il cantiere Vittoria, nato nel 1927 e giunto alla terza generazione, oggi impiega circa 300 addetti diretti e indiretti, opera su una superficie di 22 mila metri quadrati (di cui 8 mila coperti) e annovera nella sua storia recente varie commesse internazionali da Paesi europei e nordafricani. Dalla sua fondazione il cantiere di Adria ha costruito 870 unità navali per conto anche della Guardia Costiera italiana, dei Vigili del Fuoco, della Guardia di Finanza e della Marina Militare.
Qualche settimana fa aveva tuttavia dovuto incassare uno stop del Tar del Lazio, attivato da un concorrente toscano, relativo alla fornitura di cinque unità navali «Sar 300» alla Guardia Costiera, fondato su un’interpretazione del bando che la società polesana ritiene «erronea» e rispetto alla quale ha già annunciato un ricorso al Consiglio di Stato. (g.f.)