Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
I parlamentari ispezionano l’hub «Va chiuso entro due mesi» Chiesto un incontro con Minniti. «Vivono privati di ogni dignità»
«Il centro di accoglienza di Cona va chiuso nell’arco di due mesi». Questa la posizione della delegazione di parlamentari che ieri ha visitato l’ex base missilistica del Veneziano al centro delle «fughe» di questi giorni.
L’ispezione è stata compiuta dai Giulio Marcon (Sinistra Italiana), Andrea Maestri (Possibile), Michele Mognato e Davide Zoggia (entrambi di Mdp). I politici sono entrati nella struttura intorno a mezzogiorno e per circa un’ora hanno visitato i tendoni all’interno dei quali sono stipati i migranti, ma hanno anche raccolto le testimonianze degli operatori e degli stessi richiedenti asilo.
«Il centro è circondato dal filo spinato - spiega Maestri con 13mila metri quadrati di tendoni bianchi e container, oltre a un piccolo caseggiato in cemento che ospita l’infermeria, la farmacia ed altri servizi. Qui dentro vivono 800 persone di 20 diverse nazionalità, che spesso attendono oltre un anno prima che la loro richiesta di asilo venga esaminata dalla commissione. Non è normale che i commissari respingano il
Mognato Serve una svolta definitiva nella gestione dei migranti
90 per cento delle domande e che il Tribunale di Venezia rigetti l’80 per cento dei ricorsi».
Ma a preoccupare sono soprattutto le condizioni all’interno della struttura. «È una situazione ingestibile - rincara Marcon - non si possono tenere delle persone in fuga dalla guerra in condizioni non adeguate a un paese civile com’è il nostro. Quindi chiederemo un incontro al ministro dell’Interno Marco Minniti e al prefetto di Venezia Carlo Boffi perché ci sia lo smantellamento di questo campo e la redistribuzione degli ospiti in strutture migliori».
Per Mognato «è evidente che non ci sono le condizioni per tenere delle persone in una struttura del genere per oltre un anno. Qui dentro vengono privati di ogni dignità: nella nostra regione serve una svolta definitiva nella gestione dei richiedenti asilo».
Infine, Davide Zoggia ricorda che «gli ospiti della base guardano a quanto sta accadendo fuori di qui, alle marce dei loro amici. Ed è evidente che altri vorranno andare via».
Marcon Qui dentro, le condizioni non sono adeguate a un paese civile