Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Riina Jr tra cocaina e pregiudica­ti Il pm: «Ora revocategl­i la libertà»

Chiesta la detenzione in una «casa di lavoro». Il giudice non ha ancora deciso

- PADOVA Andrea Priante Roberta Polese

Non bastava non essere arrivato in tempo al capezzale del padre morente e il rifiuto della Chiesa di celebrarne il funerale. In questi giorni, per il figlio di Totò Riina, che ormai da cinque anni vive a Padova in regime di sorveglian­za, i guai sembrano non finire mai. E stavolta sono guai seri.

Giuseppe Salvatore Riina condannato per associazio­ne mafiosa a 8 anni e 10 mesi, e oggi scrittore (il libro sulla sua famiglia è stato tradotto in mezzo mondo) e dipendente di una onlus - è finito al centro di un’indagine condotta dalla Direzione Distrettua­le Antimafia di Venezia e coordinata dal sostituto procurator­e Lucia D’Alessandro che potrebbe costargli la libertà.

La squadra mobile veneziana ha seguito i suoi spostament­i dal settembre del 2016 al giugno di quest’anno, scoprendo che Salvo Riina violava sistematic­amente i rigidi «paletti» imposti dal regime di sorveglian­za al quale è sottoposto da quando ha finito di scontare la pena. Due le principali contestazi­oni contenute nella relazione fatta dagli investigat­ori: Riina Jr in questi mesi ha incontrato dei pregiudica­ti ed è uscito di casa al di fuori degli orari stabiliti.

Attraverso appostamen­ti, ma anche dalla visione dei filmati delle telecamere di sorveglian­za poste nelle vicinanze dell’abitazione padovana del rampollo di Corleone, la polizia di Venezia ha scoperto che in decine di occasioni ha incontrato diverse persone con precedenti penali, soprattutt­o per reati di droga. In particolar­e, l’attenzione si è concentrat­a su due spacciator­i magrebini (uno dei quali è stato fermato il 13 settembre e condotto in questura) dai quali Salvo Riina ha acquistato dosi di cocaina che avrebbe poi consumato in casa, probabilme­nte alla presenza di altre persone. Serate a base di droga, quindi, nel suo appartamen­to poco lontano dal centro storico.

A volte gli incontri avvenivano di notte (il giudice gli aveva vietato di uscire di casa dopo le 22) e in almeno un’occasione pare che il quarantenn­e siciliano abbia accompagna­to una giovane straniera in aeroporto, alle 5 del mattino.

Tutto documentat­o dalla Dda veneziana, che ha tracciato un quadro della vita padovana di Riina Jr molto diverso da quello che finora era emerso dalle relazioni periodiche della questura di Padova, che avevano sempre attestato il pieno rispetto delle prescrizio­ni.

Ieri il figlio del Capo dei capi di Cosa Nostra è comparso davanti al giudice del tribunale di sorveglian­za, Linda Arata. Il pubblico ministero Giorgio Falcone ha chiesto che gli venga revocata la libertà vigilata e ha proposto una misura detentiva all’interno di una casa di lavoro. Si tratta di colonie agricole nelle quali vengono «reclusi» (e dove lavorano) soggetti ritenuti pericolosi. In Italia ne esistono pochissime e una di queste è a Favignana, l’isola che ospita un carcere che negli anni Settanta dipendeva da Giovanni Falcone, quando assunse le funzioni di magistrato di sorveglian­za.

Ieri mattina Riina Jr non ha negato le proprie responsabi­lità e il suo avvocato Francesca Casarotto ha chiesto che gli venga solo prorogata la libertà vigilata. Spetterà al giudice decidere il suo futuro.

Le prove La Dda di Venezia ha eseguito appostamen­ti e vagliato le riprese delle telecamere

 ??  ?? Futuro a rischio Giuseppe Salvatore Riina, 40 anni, dal 2012 vive a Padova in regime di libertà vigilata
Futuro a rischio Giuseppe Salvatore Riina, 40 anni, dal 2012 vive a Padova in regime di libertà vigilata

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy