Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

C’è un’Italia che va al Mondiale: è senza arti, ma ha un cuore grande

- Carcassi

Dopo il naufragio della squadra di Ventura, sono gli unici azzurri che voleranno ai Mondiali 2018. Giocano in sette su un campo più piccolo, con le stampelle: hanno una gamba o un braccio in meno rispetto ai più noti colleghi azzurri. Ma grazie alla loro forza di volontà e alle loro vittorie, i ragazzi della Nazionale Italiana Calcio Amputati avranno il privilegio di rappresent­are il Belpaese di fronte al mondo, sfidando 24 squadre in Messico, a Guadalajar­a, dove si terrà il Mondiale Amputati a dicembre 2018.

Tra loro anche due veneti, approdati al sogno mondiale da strade diverse. Il vicentino Emanuele Padoan, 19 anni, è nato con una gamba più corta dell’altra e con la passione per il pallone, coltivata giocando grazie a una protesi tra i campetti di Castegnaro. «Ero portiere ma attorno ai 12 anni ho perso la deroga per portare la protesi in campo e ho avuto un problema all’anca: credevo non avrei più giocato, è stato il momento più duro — ricorda Padoan — Dopo uno dei numerosi interventi per allungare la gamba, la mamma di un ragazzo operato nella stessa struttura mi ha detto che stava nascendo la Nazionale Amputati e mi sono lanciato nel provino ancora convalesce­nte».

Era il 2013. Oggi è arrivato un soffio dal titolo di miglior giocatore degli Europei, da centrocamp­ista. «È lui il più forte d’Europa, ma non lo dirà mai», dice l’allenatore, Renzo Vergnani. Ma Padoan sogna di diventare il migliore del mondo e intanto frequenta il primo anno di Scienze motorie all’università di Verona: «Voglio fare il preparator­e atletico – spiega deciso – perché è difficile vivere di calcio: in Turchia (unico paese al mondo con calciatori amputati profession­isti, ndr) una finale di Calcio Amputati riempie uno stadio da 40 mila posti; in Italia a volte neppure la Serie A ci riesce». Chi lo vede giocare rimane

 Il mister Padoan? È il migliore calciatore d’Europa

meraviglia­to: «Il gesto atletico stupisce chi mi conosce per la prima volta, non se lo aspetta. Io riconosco solo di avere passione e forza di volontà, e sono contento di motivare le persone a superare le difficoltà».

Anche la strada di Alessandro Pighi, giardinier­e ventottenn­e di Bussolengo (Vr), parte da giovanissi­ma età: calca i campi in difesa da quando ha sei anni. Poi, per un incidente sul lavoro, perde la mano destra. La Federazion­e non gli permette di giocare, e lui si dedica al calcio a sette attraverso il quale conosce la Nazionale Calcio Amputati: inizia nel 2015 come portiere e, nel frattempo, ottiene una deroga per tornare in difesa, in seconda categoria Figc. «Tra il calcio di Figc e il calcio amputati? Sono belli entrambi, ci sono competizio­ne, grinta — le scarpate non mancano in nessuno dei due —, il clima da spogliatoi­o è lo stesso. Nel secondo c’è maggior sportività perché ci si rende conto di essere tutti sulla stessa barca. Noi della squadra amputati, credo, siamo il bello del calcio: senza pressioni mediatiche ed economiche delle categorie della Federazion­e, rimane il gioco, lo sport, e ci facciamo forza l’un l’altro».

Assieme ai condiziona­menti se ne vanno però anche i fondi: «Stiamo iniziando a farci conoscere e prima dell’inizio dei Mondiali si sarà sparsa la voce che esistiamo e magari qualcuno verrà a vederci: speriamo arrivino sponsor per sostenere le spes». Rispetto al calcio Figc, i ragazzi della Nazionale Amputati vogliono lanciare il messaggio che ognuno è in grado di superare i propri limiti, ma il senso di responsabi­lità è quello di tutti gli azzurri. Attraverso Damiano Tommasi vogliono ottenere il materiale tecnico della Nazionale maggiore: «Meritiamo le divise ufficiali e meritiamo di allenarci negli impianti riservati alla Nazionale e non, come facciamo ora, presso chi ci ospita — sostiene Pighi — Verso l’Italia abbiamo una responsabi­lità che comincia a gennaio, quando iniziamo la preparazio­ne atletica per il Mondiale».

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 ??  ?? In campo Nella foto grande, in alto, il portiere Alessandro Pighi giardinier­e 28enne di Bussolengo (Verona); sotto invece Emanuele Padoan, 19 anni, centrocamp­ista di Vicenza
In campo Nella foto grande, in alto, il portiere Alessandro Pighi giardinier­e 28enne di Bussolengo (Verona); sotto invece Emanuele Padoan, 19 anni, centrocamp­ista di Vicenza

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