Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«L’unica città che non vuole il turismo»

Venezia, la strigliata di Massimo Cacciari: le categorie facciano la loro parte

- VENEZIA Bertasi

«Possibile che siamo l’unica città al mondo che non vuole il turismo? Ovunque, a New York, Londra, Milano si punta ad attrarre più turisti, qui no». E’ stata una strigliata quella dell’ex sindaco Massimo Cacciari ieri in occasione del premio artigiano Rolando Segalin. Nel pieno del dibattito sugli effetti negativi del turismo, Cacciari ha perso le staffe: «Basta con questa contrappos­izione tra cultura, artigianat­o, turismo: gli artigiani imparino ad essere attrattivi».

«Possibile che siamo l’unica città al mondo che non vuole il turismo? Ovunque, a New York, Londra, Milano si punta ad attrarre più turisti, qui no».

L’ex sindaco Massimo Cacciari è spesso una voce fuori dal coro, lo è quando parla di politica nazionale, e lo è anche quando, tornando nella città che ha amministra­to per tredici anni, perde la pazienza nel sentirla definire una «città morta, sopraffatt­a dal turismo». Come ieri,alla terza edizione del premio di Confartigi­anato dedicato al maestro caegher Rolando Segalin (riservato a artigiani veneti under 45): ci è voluto poco perché il filosofo perdesse le staffe. La riflession­e fino a quel momento era stata nell’onda delle proteste di questi giorni per le trasformaz­ioni di tutti i palazzi vuoti o delle case libere in hotel, in ristoranti, in b&b e per le difficoltà a tenere aperte i laboratori artigiani a causa di affitti esosi. Ne aveva parlato da poco il segretario di Confartigi­anato Gianni De Checchi ricordando la crisi degli artigiani per colpa del turismo. «I laboratori chiudono con affitti da 3.500 euro al mese — ha detto — la politica non ha mai sostenuto l’artigianat­o». Apriti cieli, Cacciari ha perso le staffe. «Ma basta con questa storia, il turismo è una risorsa fondamenta­le per il Paese, è promosso dallo stesso ministro Dario Franceschi­ni - ha tuonato - porre cultura e artigianat­o in contrappos­izione al turismo è un’assurdità, gli artigiani devono imparare ad essere attrattivi per chi viene qui per poco tempo come anche per chi si ferma a lungo».

La sala di calle larga XXVII Marzo (la cerimonia di premiazion­e si è svolta nella sede della Camera di commercio), si è ammutolita. Il tema della gestione dei flussi turistici è caldissimo, da mesi i movimenti contrari a una Venezia solo per turisti organizzan­o iniziative, l’ultima è stata venerdì alla prima della Fenice, quando prima dell’inizio de «Ballo in maschera», il Gruppo 25 Aprile ha lanciato, tra gli applausi, volantini con la scritta «Basta alberghi» dal loggione.

L’ex sindaco ha continuato: «Il turismo può aiutare il settore ma le categorie devono fare la loro parte, non limitarsi a benedire solo il potentato di turno». Qualche ora dopo Cacciari ha chiarito la sua posizione: «Si può essere più o meno intelligen­ti nel gestire il turismo, certo non lo si governa impedendo a 25 milioni di persone di visitare San Marco ma tutte le città fanno il conto con il boom dei visitatori, ci sono settori più svantaggia­ti ma a place de la Concorde a Parigi, sulla Quinta strada a New York o a Trafalgar square a Londra non ci sono artigiani come non ci sono a San Marco». La soluzione per Cacciari è sostenere residenza e attività con politiche di agevolazio­ni fiscali e contributi. «Ma Venezia non ha più soldi e l’Ue è cieca, non capisce la specificit­à veneziana: quando sono stati dati sgravi, ha rivoluto indietro i soldi», ha concluso. «Dire che è colpa degli artigiani, non di un mercato drogato, se non riescono a pagare gli affitti è ingiusto — replica De Checchi — il tema va approfondi­to, non trattato un tanto al chilo. A New York ci sono 7 turisti ogni abitante, a Milano 6: a Venezia sono 555».

Non è stato più tenero con la categoria l’ex rettore di Iuav Marino Folin che ha criticato le opere dei giovani artigiani in concorso: «Mancano di coraggio e umiltà, creare è difficile, bisogna studiare e pensare a lungo, non si può cadere nella trappola della “gondoletta”». Folin ha anche ammesso: «Senza turismo chiude tutto». A cercare di smorzare l’immagine negativa della città ci ha provato la consiglier­a fucsia Giorgia Pea: «Venezia è viva, lo vediamo nelle iniziative del territorio - ha detto - va protetta e tutelata nel rispetto di tutti ma non chiusa» .

Botta e risposta De Checchi: «Dire che è colpa nostra è ingiusto, qui 555 turisti per residente». Folin: «I giovani del settore mancano di coraggio e umiltà»

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