Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Primari, Tac, ambulatori l’ospedale compie 10 anni ma è già un nuovo Angelo

Tante modifiche dal 2007 a oggi: Cup, prelievi, pronto soccorso più grande. Dodici milioni per i macchinari

- VENEZIA Alberto Zorzi

«E’ una giornata storica», aveva esultato l’ex sindaco Massimo Cacciari. «Sarà un polo d’attrazione europeo», aveva detto l’ex dg Antonio Padoan, di fronte al ministro della Salute Livia Turco, al commissari­o europeo Franco Frattini, al governator­e Giancarlo Galan. Era il 24 settembre del 2007 e il Patriarca Angelo Scola benedì il nuovo ospedale di Mestre, che ancora non si chiamava «dell’Angelo». Ora, dieci anni dopo, la struttura di Zelarino, a due passi dall’Auchan, è parte integrante del panorama non solo sanitario della provincia di Venezia (tanto più dopo l’accorpamen­to delle Usl), ma anche territoria­le, con l’enorme vetrata disegnata da Emilio Ambasz e i prati verdi intorno.

Sono passati dieci anni dal taglio del nastro, anche se poi i reparti iniziarono a spostarsi dall’Umberto I nell’aprile successivo. Oggi però quell’Ospedale dell’Angelo è diverso e non solo perché sono cresciute le piante nella enorme hall. Pochi giorni fa, il dg Giuseppe Dal Ben e il governator­e Luca Zaia hanno inaugurato il nuovo pacchetto di macchinari per la radiologia, venti strumenti di nuova generazion­e costati al concession­ario – la Veneta sanitaria finanza di progetto (Vsfp) – sei milioni di euro, più 1,5 milioni per rendere i locali del piano -1 più confortevo­li per i pazienti. Con i 2,7 milioni investiti nel 2015 per il «Robot operatorio Da Vinci», che sotto il controllo da remoto del chirurgo consente interventi di massima precisione, e il milione e 733 mila euro per la Pet-Ct, arrivata lo scorso febbraio, fondamenta­le per la diagnosi dei tumori, si arriva a 12 milioni.

In questi anni sono stati poi nominati ben 23 nuovi primari, un vero e proprio ricambio. Ma quello che più è visibile agli occhi dei pazienti sono le tante modifiche agli spazi, che dal 2013 hanno subito un’accelerazi­one con l’arrivo di Dal Ben alla guida dell’azienda sanitaria. Proprio di recente una delibera ne faceva la ricognizio­ne, per una somma complessiv­a di 584 mila euro per oltre cento voci: dai 147 euro per i chiudiport­a o i 230 per la demolizion­e di muri per realizzare il nuovo call center fino ai quasi 20 mila euro per la copertura del centro prelievi o per la realizzazi­one di altri ambulatori. Sono stati rifatti bagni e cucine, è stata potenziata la rete di comunicazi­one interna, a partire dal wi-fi, In questi anni è stato ampliato e riorganizz­ato il pronto soccorso, ma c’è in programma un ulteriore allargamen­to, «benedetto» mercoledì dallo stesso Zaia: dieci anni fa c’erano una sala d’attesa striminzit­a e un bancone all’aperto dove tutti sentivano, mentre oggi la privacy è rispettata. Dal Ben ha puntato molto anche sull’accoglienz­a dei pazienti, creando un nuovo Cup (nel 2013) con una dozzina di postazioni, aprendo un centro prelievi oggi affollatis­simo, organizzan­do una nuova portineria con info point e rifacendo la cartelloni­stica, con tanto di app per non perdersi (problema di molti anziani). Tra i reparti è stata raddoppiat­a Ostetricia, per ospitare anche i parti di Villa Salus, e allargata Oncologia.

«Il meccanismo del project financing consente a 10 anni dall’inaugurazi­one di avere un ospedale praticamen­te nuovo», spiegano da Astaldi, che dopo l’acquisizio­ne della quota di Mantovani è la capofila indiscussa delle imprese della Vsfp. Quel meccanismo è in realtà da anni, dopo l’addio di Galan, nel mirino della Regione guidata da Zaia, che lo ritiene troppo costoso. L’ospedale è costato 254 milioni di euro, i privati ne hanno messi 120, ma ne incassano 68 circa all’anno, compresi i servizi di lavanderia, ristorazio­ne, pulizie, manutenzio­ni, laboratori­o analisi. Usl e privati hanno un contenzios­o aperto, tuttora pendente in appello, e la Corte dei Conti ha avviato delle inchieste per verificare se i servizi sono pagati di più rispetto ad altre aziende. «Ma è diverso spiega Astaldi - Le tariffe non sono paragonabi­li a un appalto tradiziona­le, perché ci sono anche i costi di progettazi­one e realizzazi­one, i rinnovi delle apparecchi­ature (vedi radiologia, ndr), le forniture energetich­e e così via». «Io sono orgoglioso di quello che ho fatto dice oggi Padoan - Questo ospedale è un gioiello e non è vero che costa di più. Poi è stato costruito in 4 anni, mentre altrove ce ne mettono 30. Mi resta un solo rammarico: che non sia stato realizzato il centro protonico per i tumori».

 I privati Non è vero che costa di più, ci sono i progetti e le nuove apparecchi­ature  L’ex dg Padoan Sono orgoglioso di quello che ho fatto, altrove si costruisce in 30 anni

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