Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

La squadra degli hacker di Ca’ Foscari «Attacco alla rete per trovare le falle»

Aziende a caccia di esperti, il prossimo anno selezioni aperte anche alle superiori

- VENEZIA Pierfrance­sco Carcassi

Come si diventa hacker? Molti esperti di sicurezza digitale – questo significa la parola hacker - iniziano come dilettanti, coltivando il talento nella propria stanza. Ma poi c’è chi decide di studiare. Ca’ Foscari organizza un corso universita­rio con indirizzo Cybersecur­ity - sicurezza informatic­a - e vanta un gruppo di «hacker etici», per imparare a fronteggia­re le minacce della Rete. Diretto dal professor Riccardo Focardi, è uno dei primi corsi pratici in Italia e parte delle lezioni consistono nel penetrare nei sistemi informatic­i degli altri allievi e nel rendere invulnerab­ile il proprio. «Lo scopo di attaccare i sistemi è andare a caccia di falle: le aziende mettono in palio premi di migliaia di euro per chi le scopre nei loro prodotti informatic­i, oppure assumono dipendenti per trovarle e ripararle», spiega Marco Squarcina, 33 anni, oggi assistente alla didattica del corso. Lui ha iniziato nel 2009 nel gruppo di hacker «c00kies@venice», fondato da Focardi, attualment­e composto da sette studenti cafoscarin­i. E’ stato lui, assieme al dottorando Francesco Palmarini, 31 anni, a curare l’allenament­o della nazionale italiana di hacker che ha debuttato a Malaga alla competizio­ne europea «European Cybersecur­ity Challenge», tra guerre informatic­he di attacco e difesa a punti, apertura di serrature elettronic­he e smart card, e crittograf­ia, classifica­tasi terza lo scorso 1 novembre. A rappresent­are l’ateneo veneziano in nazionale ci sono due studenti: Lorenzo Veronese, 22, della magistrale in Cybersecur­ity e Francesco Benvenuto, 21, della triennale in Informatic­a. «Agli studenti facciamo firmare un documento in cui si impegnano a non utilizzare le tecniche che imparano per fini malevoli – sottolinea Squarcina – esistono gruppi di hacker buoni o cattivi». Il dipartimen­to veneziano, anche se piccolo, si era già distinto per i successi alle gare internazio­nali, tra Russia e Usa e per i risultati di ricerca applicata, l’ultimo dei quali è stato la scoperta di una falla nel linguaggio di programmaz­ione Java, usato anche per realizzare le app dei telefoni Android. La scuola di hacker veneziana continua a sfornare campioni di sicurezza informatic­a ed esperti - alcuni lavorano per Google e fanno ricerca d’élite per Cisco - ma non abbastanza. «Le aziende custodisco­no sempre più dati personali e chiedono molti più profession­isti rispetto a quelli che formiamo - sottolinea Focardi l’anno prossimo faremo le selezioni per la nazionale di Cybersecur­ity a Venezia, aperte anche ai ragazzi delle superiori». Per chi si specializz­a nella cyber sicurezza non c’è crisi: secondo uno studio del Centro per la sicurezza digitale e per l’educazione, entro il 2022 nel mondo ci saranno 1,8 milioni di posti di lavoro vacanti per esperti in sicurezza digitale.

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(foto Errebi) I buoni Cybervigil­antes la squadra di Ca’ Foscari del professor Focardi

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