Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Selfie, birre, colori sotto la pioggia Un’invasione di camper e auto

Quasi 24mila appassiona­ti allo stadio. Tifosi da tutta Italia

- PADOVA

Sconfitta sul campo, vittoria sugli spalti. Il vero protagonis­ta di Italia-Sudafrica è il pubblico incandesce­nte prima, durante e dopo il match. Quasi 24mila appassiona­ti hanno popolato ieri gli spalti dell’Euganeo, illuminand­o una giornata forse scontata dal punto di vista sportivo ma davvero fantastica da quello emotivo. Pomeriggio plumbeo, pioggerell­a londinese, più che in viale Nereo Rocco sembra di essere a Twickenham o a Cardiff.

A rendere gioioso il Test Match sono giunti davvero da tutta Italia in una specie di gita collettiva da ogni regione. Segno di riconoscim­ento? Barba incolta, stazza imponente, giubbotto del club di appartenen­za che racconta di viaggi iniziati di prima mattina e terminati a notte fonda. I primi supporters giungono a Padova coi camper di già dalla mattina in un flusso costante che cresce verso mezzogiorn­o e trasforma le strade di accesso allo stadio in una marea multicolor­e. C’è gente che arriva da tutto il Veneto, ma anche dalla Lombardia, dall’Emilia-Romagna, dal Friuli, dal Piemonte e dal centro Italia. Una famiglia abruzzese di Avezzano srotola lo striscione e applaude: «Ne approfitti­amo per scoprire nuovi posti, farci un viaggio a gustarci il rugby». Da Siena giunge allegro un gruppo di appassiona­ti, birra in una mano e panino nell’altra: «Andiamo sempre al Sei Nazioni, ma vedere il Sudafrica è stata anche l’occasione per un viaggio a Padova».

A proposito dei tifosi degli Springboks, sono presenti a gruppetti ed è semplice distinguer­li dai cappellini o dalle giacche. Due omoni enormi al villaggio del parcheggio Nord tengono banco avvolti nei loro cappotti verdi: «Stiamo facendo un tour europeo e Padova è una bella scoperta», dicono in inglese prima di scattare l’ennesimo selfie. Di fianco a loro due ragazze dimostrano la loro fede interament­e vestite col tricolore, dalla gonna alla ciocca di capelli, alle apprezzabi­le. Quando tocca a quello di Mameli, eseguito dal soprano Stefania Miotto, il pubblico si sgola. In tribuna autorità soddisfatt­o l’assessore allo sport del comune, Diego Bonavina: «La macchina organizzat­iva ha funzionato, non ci sono stati particolar­i problemi col traffico. Vedere l’Euganeo pieno è straordina­rio, l’anno prossimo arriverà l’Australia e sarà di nuovo spettacolo». Con lui il vicesindac­o Arturo Lorenzoni, l’ex primo cittadino Massimo Bitonci e tutti i dirigenti Fir con il presidente Alfredo Gavazzi.

I giocatori, per la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, indossano un laccio fucsia. Il match scivola veloce nel primo tempo con l’Italia gagliarda che schiaccia il Sudafrica e il vantaggio dopo 10’ che infiamma lo stadio. Il boato è assordante ogni qualvolta Parisse e compagni superano la metà campo. Un entusiasmo che contagia anche i meno esperti che timidament­e chiedono ai cultori della palla ovale delucidazi­oni su cosa sia successo in campo. Ogni settore dello stadio tenta di far sentire la propria voce ed è divertente vedere le due tribune che rispondono ai reciproci Colori e protagonis­ti della partita Italia-Sudafrica

Un variopinto tifoso degli Springboks

I tifosi disabili assistono sotto la pioggia

Gli azzurri in una pausa

Un gruppo di appassiona­ti italiani

Un’azione della partita «Italia, Italia, Italia» per tentare di superare i rivali di postazione. Alla prima meta sudafrican­a cala il gelo sull’Euganeo, che si raffredda ancora di più mentre gli azzurri si sgretolano sul campo. A fine primo tempo il risultato è già compromess­o, non resta che godersi nella ripresa il bel gioco degli Springboks. La pioggia scende battente e gli spettatori assiepati nelle curve sono costretti ad aprire gli ombrelli o virare sui K-way. Al termine della gara scrosciano ugualmente gli applausi distribuit­i equamente tra italiani e sudafrican­i (per altro bello l’abbraccio dei giocatori ai tifosi disabili, cui la Fir aveva dato l’ok a seguire le ultime fasi del match da bordo campo).

Il deflusso dallo stadio Euganeo è lento ma le lunghe attese in macchina vengono mitigate da altra birra e dai commenti su una giornata dove ventiquatt­romila persone potranno dire «Sì, io c’ero».

In campo

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