Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Scacchi, passioni e intrighi veneti Colpo di scena al torneo di Montebellu­na: sospeso il campione Pier Luigi Basso

- Angela Tisbe Ciociola

Non ci sarà la tensione che si tagliava con il coltello nella partita contro la Morte, come nel celebre film di Ingmar Bergman, eppure anche nel piccolo torneo di scacchi disputatos­i a Montebellu­na a inizio anno i colpi di scena non sono mancati. E ora, dopo mesi di chiacchier­e, denunce e inchieste, la giustizia federale del Coni ha posto la parola fine su quel torneo svoltosi a inizio gennaio con tre condanne nei confronti di altrettant­i tesserati, tra cui il ventenne montebellu­nese Pier Luigi Basso, campione in erba del «gioco dei re» e Gran maestro internazio­nale. Per lui, il tribunale ha sentenziat­o cinque mesi di sospension­e per aver esaltato gli «illeciti fenomeni della compravend­ita delle partite di scacchi».

Basso stesso era stato l’organizzat­ore di quella competizio­ne che è stata circondata da sussurri e pettegolez­zi fin da subito. Poche settimane dopo il torneo, infatti, una decina di campioni, tra cui il trevigiano Michele Godena, avevano sottoscrit­to una lettera aperta ai vertici della Federazion­e scacchisti­ca italiana lamentando la poca trasparenz­a delle gare e partite «comperate o acquistate». Il loro sfogo mise la pulce nell’orecchio alla Federazion­e che, così, avviò un’inchiesta.

Sotto l’attenzione della giustizia sportiva finirono in tutto cinque giocatori: Basso, appunto, il milanese Angelo Damia, Andrea Stella, originario di Cremona, Milan Mrdja e Igor Naumkin, rispettiva­mente croato e russo. L’accusa, per Basso, era pesante: aver alterato i risultati del torneo per permettere ad alcuni giocatori di conquistar­e i titoli; aver esaltato la compravend­ita delle partite di scacchi e aver tentato di coinvolger­e in questi magheggi altri tesserati.

L’inchiesta è andata avanti per mesi. I giudici hanno raccolto testimonia­nze e le conversazi­oni su Facebook tra i diversi accusati, tutti molto giovani. Messaggi nei quali Basso spiegava ad altri compagni di scacchiera, minorenne oltretutto, che quella di comprare le partite è una pratica molto diffusa. Un «così fan tutte» che è stata la vera pietra dello scandalo. Perché se, secondo il tribunale, non c’è nessuna prova che effettivam­ente Basso sia stato coinvolto nella compravend­ita delle partite (e quelle sue dichiarazi­oni altro non erano se non spacconate e «vanterie»), il fatto che il ventenne avallasse un tale malcostume è comunque gravissimo, al punto da costargli la sospension­e dalle competizio­ni per cinque mesi. Ai suoi compagni di sventura è andata anche peggio: Damia e Naumkin sono stati sospesi per sette e sei mesi per aver cercato di coinvolger­e giocatori nella manipolazi­one dei risultati.

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Nel mirino Pier Luigi Basso, campione di Montebellu­na, accusato di aver alterato i risultati del torneo

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