Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Rinnovati i vertici al Ferro Fini, Scarabel dopo Conte
È Simone Scarabel, Movimento 5 Stelle il nuovo segretario dell’Ufficio di presidenza in consiglio regionale. Eletto con 17 voti , Scarabel subentra, a metà legislatura, a Maurizio Conte, ex tosiano ora approdato a Forza Italia. 17 anche i voti con cui è stato riconfermato alla vicepresidenza Bruno Pigozzo, del Pd.
Si sancisce così l’accordo fra i due maggiori partiti di opposizione in Regione. Ci aveva provato, nei giorni scorsi, anche Andrea Bassi di Centro Destra Veneto ma le consultazioni dello scorso fine settimane si sarebbero risolte con un nulla di fatto. È emersa così la candidatura di Scarabel che è stato eletto insieme all’altro segretario (riconfermato) Antonio Guadagnini (Siamo Veneto). Riconfermato anche l’altro vice, Massimo Giorgetti (FI).
Così come il presidente Roberto Ciambetti con 37 voti, 8 in più di quelli garantiti dalla maggioranza. «Speriamo continui a essere il presidente del consiglio» ha detto il capogruppo Pd e vicentino Stefano Fracasso alludendo alla recente candidatura a sindaco del capoluogo berico di Ciambetti. di quanto è stato già realizzato.
Il problema è che i sindaci in Italia non hanno nessuna legge che li tuteli se decidono di bloccare l’edificabilità dove non serve: non una legge nazionale né questa regionale. Che però, avverte Amerigo Restucci, già rettore dello Iuav a Venezia, è una buona legge poiché pone tutte le premesse affinché, invece di macinare terreno sotto le ruspe, committenti e costruttori siano invogliati a riqualificare e riutilizzare le strutture dismesse e datate. «È un inizio — concorda Zaia — Anzi, la rincorsa prima dell’inizio perché manca la cultura. Ma scusate, chi è che vende il terreno? I privati, ma anche i Comuni. Vero, i centri commerciali stanno azzoppando i centri cittadini ma anche loro si stanno scontrando con i colossi dell’e-commerce come AliBaba». O Amazon. E per evitare che domani la spesa la facciano i droni in città commercialmente desertificate dei piccoli negozi e con gli scheletri dei centri commerciali abbandonati che si lasciano indietro disoccupazione e desolazione urbanistica, Zaia rilancia: «Si dovrebbe obbligare al ripristino agrario dei luoghi — dice — Come facciamo per le nuove cave».