Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Casinò a rischio chiusura per le cause
Il sindaco di Venezia minaccia: «Se il Tribunale ci darà torto, a casa i dipendenti»
Casinò di Venezia a rischio chiusura e 150 dipendenti a rischio disoccupazione. Anzi 150 subito e tutti i 527 i prossimi mesi. Se il 15 dicembre il Tribunale del lavoro darà ragione ai sindacati che hanno impugnato il nuovo contratto decentrato del Comune, il sindaco passerà alla linea dura. «Dovremo chiudere subito Ca’ Vendramin Calergi» ha detto ieri in consiglio comunale. Le cause in ballo, però, sono tre e se perderà, il Comune rischia di dover chiudere il Casinò.
Casinò a rischio chiusura sotto i colpi delle causa legali. Tre, per la precisione, che potrebbero scrivere la parola «fine» sulla casa da gioco veneziana. «Abbiamo imboccato una strada positiva di risanamento, ma esistono cause che ci preoccupano molto e se la più recente contro il contratto integrativo sarà vinta dai sindacati dovremo chiudere Ca’ Vedramin Calergi e mettere in mobilità 150 lavoratori». Ieri, al termine del consiglio comunale, il sindaco Luigi Brugnaro ha chiesto di intervenire per «comunicazioni urgenti al consiglio e ai cittadini». Da anni, il Casinò è in crisi e la richiesta di prendere parola del sindaco ha allarmato tutti i consiglieri. Nessuno però si aspettava l’annuncio di 150 posti di lavoro a rischio prima della fine dell’anno. In un primo momento, Brugnaro ha «indorato la pillola», elencando i risultati positivi del tentativo di rilancio avviato dalla sua amministrazione. «L’ab- biamo trovato devastato - ha detto - e abbiamo chiamato uno dei migliori manager del settore, ma non ha funzionato. Allora ci abbiamo messo noi le mani con l’obiettivo di tenerlo pubblico e rilanciarlo». Sono stati decisi i lavori di restyling di Ca’ Noghera ed è partita la trattativa per la vendita dei terreni per il nuovo stadio.
«I tanti scioperi hanno fatto calare gli incassi ma, nonostante tutto, è tornato l’utile con 600 mila euro», ha detto prima della doccia gelata. «Ci sono fatti nuovi», ha aggiunto riferendosi alle cause, «che so- no legittime». La più «antica» risale ai primi anni ‘90, quando la casa da gioco guadagnava miliardi di vecchie lire. Nacque un contenzioso sulla quota minima di mance, che secondo 155 croupier, che fecero causa, andava calcolata sul totale degli incassi, mentre per il Comune solo su una parte. I croupier avevano vinto in primo grado, il Comune in appello, ma la Cassazione ha annullato tutto: «Ora la causa torna in appello e l’udienza è fissata per gennaio - ha spiegato, incupendosi, il sindaco - se perdiamo dovremo dare ai lavoratori 17 milioni». C’è poi una seconda causa, dall’importo più basso: se vincessero i dipendenti, l’amministrazione dovrebbe sborsare 1,9 milioni. Ma è l’ultima a far raggelare Ca’ Farsetti, quella depositata il 23 novembre al tribunale del lavoro perché dichiari antisindacale la decisione del Comune di disdire unilateralmente il contratto integrativo dei lavoratori, introducendone uno nuovo, con meno vantaggi economici per gli assunti. «A settembre, la vertenza è rientrata, le trattative si sono riaperte e proprio mentre erano in corso le sigle sindacali hanno depositato questo ricorso - ha precisato Brugnaro se il 15 dicembre il giudice darà ragione ai sindacati dovremo tornare al vecchio contratto: questo imporrebbe la chiusura di Ca’ Vendramin Calergi e la mobilità per 150, i sindacati espongono i lavoratori al rischio disoccupazione». Ad accompagnare la «comunicazione» del sindaco una relazione dell’assessore a Bilancio e Società Michele Zuin: «In caso di condanna in tutte le cause ci sarebbe l’impossibilità di garantire continuità aziendale e non rimarrebbe altro che l’avvio di una procedura concorsuale che metterebbe a rischio il posto di lavoro di 527 dipendenti e di altri 200 con l’indotto», ha detto.