Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Cade dalla barca e annega in laguna
Giallo sulla morte di un diciottenne a Venezia. Diplomato al Cini, era un esperto
Non è ancora chiara la dinamica dell’incidente che, ieri, è costato la vita in laguna a Fabio Gasparini, diciottenne di Castello. Il ragazzo, diplomato all’Istituto nautico Cini lo scorso anno, aveva iniziato a lavorare per una ditta di trasporti solo pochi giorni prima. Mentre effettuava una consegna in barca, fra Sacca Sessola e San Clemente, è caduto in acqua. Pochi minuti dopo la segnalazione di un marinaio dell’Actv e l’intervento, purtroppo inutile, dei Vigili del Fuoco.
La barca era la sua più grande passione. Chi lo conosceva non fa che ripeterlo: «Era ciò che amava di più». E da qualche giorno Fabio Gasparini aveva cominciato a lavorare proprio per un’azienda che fa trasporti in laguna. Era entusiasta. Ieri stava andando a consegnare della merce quando è caduto in acqua. Solo qualche minuto più tardi un dipendente di Actv ha notato la sua barca girare intorno. A bordo non c’era nessuno e, guardando più attentamente, nelle vicinanze ha notato qualcosa. Era il corpo di Fabio.
Il giovane veneziano, originario del sestiere di Castello, è stato recuperato poco dopo dai vigili del fuoco ma ormai non c’era più niente da fare. La tragedia, i cui contorni sono ancora poco chiari, si è consumata tra Sacca Sessola e San Clemente. Il primo ad essere stato avvertito è stato il papà Marco, portiere d’albergo. Fabio, dopo aver conseguito l’anno scorso la maturità all’istituto nautico Cini aveva lavorato saltuariamente fino a trovare un posto al «Laguna Trasporti e Manutenzioni». Il titolare, Pietro Tosi, era molto affezionato a lui: «Fabio era un ragazzo stupendo, era bravissimo», ha detto ieri pomeriggio mentre rientrava in ufficio, con la voce che ancora tremava.
Il 23 novembre il 18enne, che da due mesi si era trasferito insieme alla famiglia a Sant’Elena, aveva cominciato il suo nuovo lavoro. Trasportava merce per conto della Dhl. E ieri pomeriggio stava proprio guidando una barca del colosso dei trasporti. Erano circa le 16 quando un dipendente di Actv, a bordo di un natante da cantiere che stava rientrando al Tronchetto, ha notato la barca di Fabio girare su se stessa. Il motore era acceso ma non riusciva a vedere nessuno a bordo. Si è guardato intorno, ha cominciato a cercare finché ha individuato il corpo che galleggiava. Si è avvicinato, ha cercato di recuperarlo ma ha capito subito che non c’era niente da fare. Così ha chiamato i soccorritori e in pochi minuti sono arrivate sul posto barche dei vigili del fuoco, del 118 e una motovedetta della capitaneria di porto.
La salma è stata recuperata insieme alla barca che, a un primo esame, non sembrava danneggiata. Il buio, però, ha reso difficili gli accertamenti e servirà un esame più approfondito del natante per comprendere cosa sia accaduto. Il pm di turno Stefano Buccini ha messo sotto sequestro la barca perché l’analisi potrebbe rivelarsi fondamentale per ricostruire l’incidente. Al momento tutte le ipotesi sono aperte: l’imbarcazione potrebbe essere andata a sbattere contro una briccola o altri oggetti galleggianti o potrebbe essere stata travolta da un’onda anomala che ha fatto cadere Fabio. Allo stesso tempo all’origine dell’incidente potrebbe esserci un guasto o un’avaria, ma non si esclude neanche un contatto con un’altra barca e nemmeno che il giovane abbia accusato un malore. Con ogni probabilità la procura disporrà anche un’autopsia sul corpo del 18enne, proprio per comprendere le cause della morte. Il ragazzo potrebbe aver battuto la testa ed essere annegato ma anche essere rimasto vittima dell’ipotermia.
La notizia si è diffusa subito soprattutto tra i suoi coetanei. Fabio era molto conosciuto, frequentava la parrocchia di San Giuseppe, la famiglia era legata agli scout. In serata il suo profilo si è riempito di messaggi d’affetto degli amici e tanti appassionati di barca e laguna come lui.