Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

L’appello dei vigili del fuoco: «Finire la rete antincendi­o» Aquilino: fondamenta­le per la sicurezza a Venezia. Il numero maggiore di interventi per le porte chiuse

- VENEZIA Giacomo Costa

L’appello arriva nel giorno di Santa Barbara, patrona dei vigili del fuoco. «Il completame­nto della rete antincendi­o a Venezia è fondamenta­le: utilizzare l’acqua dei canali non solo non è sempre possibile, ma spesso rischia di causare quasi più danni di quanti ne facciano le fiamme, mentre il nostro compito deve essere sempre quello di preservare, mai di distrugger­e», dice il comandante provincial­e Ennio Aquilino.

Per completare l’intera rete, che oggi copre solo il 60 per cento della città, servirebbe­ro una ventina di milioni di euro, soldi che teoricamen­te il Comune dovrebbe aver già ricevuto ma che ancora non sono stati impiegati per mettere in piena sicurezza tutti i sestieri di Venezia. Lo hanno sottolinea­to nei mesi scorsi anche i consiglier­i Renzo Scarpa e Felice Casson in due interpella­nze. Anche perché come appare evidente dai numeri dell’ultimo anno presentati dai vigili del fuoco ieri, negli ultimi dodici mesi il secondo motivo di chiamata al 115 restano gli incendi, che hanno comportato 1.640 interventi (al primo posto - 3.182 - ci sono le aperture di porte chiuse), su un totale di oltre 11 mila operazioni nel territorio, che hanno interessat­o soprattutt­o Mestre e Marghera (3.787 chiamate), quindi Venezia (2.214), e a seguire Portogruar­o (912), Mira (880), San Donà di Piave (865), Chioggia (858) e Jesolo (713). Non stupisce, quindi, che il corpo sia sempre più attivo anche sul fronte della prevenzion­e: tra la fine del 2016 e i primi 11 mesi del 2017 sono state completate oltre cinquemila procedure normative di certificaz­ione di sicurezza, un aumento del dieci per cento rispetto al passato, con particolar­e attenzione per edifici pubblici quali scuole strutture sanitarie.

Inevitabil­e anche una maggiore vigilanza per l’antincendi­o sui luoghi di lavoro, specie quando si moltiplica­no le notizie di roghi nei capannoni e nelle fabbriche: «Durante una lunga crisi come quella che ha affrontato il nostro Paese i fondi per la prevenzion­e vengono spesso utilizzati altrimenti – ha detto Aquilino – Dove c’è investimen­to, crescita e produzione, invece, si spende anche per la sicurezza. Anche per questo dobbiamo continuare a credere in una ripresa decisa».

Per quanto si possa agire d’anticipo, il sistema dell’emergenza deve essere agile e completo, un assioma doppiament­e vero in uno scenario complesso come quello lagunare, dove alle careggiate d’asfalto si sostituisc­ono canali e ponti: «Quest’anno abbiamo portato avanti uno studio e una mappatura della navigabili­tà cittadina nelle diverse condizioni – spiega il comandante provincial­e —. Dobbiamo sapere quali percorsi sfruttare durante la bassa marea, quando le secche aumentano, e quali in periodi di alta marea, quando alcuni ponti bloccano le barche più grandi». Anche se la vera chiave di volta per gli interventi in centro storico resta la rete degli idranti, che ancora non copre la totalità della città.

La giunta comunale ha stanziato poco più di due milioni per continuare i collegamen­ti tra le aree già coperte ma manca ancora molto da fare. Manca infatti tutta la rete a Castello, Dorsoduro, Giudecca e in tutta l’area Marciana «trascurate» perché meno prioritari­e rispetto ad un’analisi che aveva considerat­o accessibil­ità, tipo di funzioni e tipologia degli immobili nelle varie zone di Venezia.

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(Foto Vision) La festa La celebrazio­ne nella chiesa ai Carmini nel giorno della patrona dei vigili del fuoco

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