Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Diesel, rivoluzione in stile Staff Rosso affida Otb a Minelli
Prima tessera della riorganizzazione. In attesa dell’ascesa di Stefano Rosso
Diesel, la nuova rivoluzione di Renzo Rosso passa per la soluzione interna su Otb. Un mese fa, subito dopo l’uscita di Alessandro Bogliolo dalla guida dell’ammiraglia Diesel, aveva annunciato, un po’ per scherzo un po’ per marketing, un concorso con cui cercare su Internet il nuovo Ceo. E in un gioco di parole tutto giocato sull’inglese, con la lettera «C» che stava non per la chief di capo, ma per chair, aveva avviato quasi un parallelo polemico sui manager buoni più per occupare poltrone. Quando però si è trattato di far sul serio, Renzo Rosso le cose le ha fatte diversamente. Anche perché per l’amministratore delegato della holding Only the brave deve passare la riorganizzazione del gruppo della moda, che il patròn sta imprimendo dopo il suo ritorno al timone un anno fa. Così, dopo i rumors dei giorni scorsi, il quartier generale di Breganze ha ufficializzato ieri la nomina, da gennaio, di Ubaldo Minelli a nuovo amministratore delegato di Otb.
Oltre la scarna nota ufficiale, ieri, nessun commento. Ma l’avvicendamento al vertice tra Riccardo Stilli, arrivato quattro anni fa, e Minelli dice comunque già molto di suo. Stilli era uomo di finanza, già partner di Pwc, prima di diventare capo della finanza in Prada e in Rcs, approdato a Breganze per avviare la riorganizzazione. Minelli invece è manager operativo, uomo di business, nel ruolo di storico amministratore delegato della prima società acquisita da Diesel, 17 anni fa, Staff International, e poi anche di Marni. La società di Noventa Vicentina è una sorta di «portaerei» che realizza in licenza griffe d’alta moda (oggi con i marchi Maison Margiela, Vivienne Westwood, Dsquared e Just Cavalli), con uno schema simile a quello ben noto dei colossi dell’occhiale. Acquisita in difficoltà, dal 2000 Staff ha conosciuto uno sviluppo senza battute d’arresto, con ricavi nel 2016 di oltre 390 milioni. Realizzati con un modello di business in cui il segreto è tenere insieme sotto lo stesso tetto ma rigidamente separati, financo nelle chiavi d’accesso ad uffici e atelier - sviluppo, produzione e commercializzazione dei prodotti delle griffe.
Mestiere complesso, il cui brillante esito proietta oggi Mi- nelli a svolgere lo stesso ruolo al piano superiore, dove dovrà tirare le fila di un gruppo complesso della moda da 1,6 miliardi di ricavi, qual è quello che fa capo alla holding Otb, che tiene insieme Diesel, Maison Margiela, Marni, Paula Cademartori, Viktor & Rolf, Staff International e Brave Kid . «Minelli coordinerà le funzioni chiave del gruppo e a lui riporteranno gli amministratori delegati delle società», dice la nota di Breganze.
Con Minelli, ufficializzata ieri anche la nomina di Carlo Schiavo, trascorsi in Pwc e Fiat, a capo della finanza. Ma quello di ieri sarà solo il primo passo della rivoluzione organizzativa, che sarà condotta «con un nuovo disegno organizzativo e una nuova squadra manageriale - come si legge nella nota emessa ieri - per definire le future linee di sviluppo strategico di Otb». In ballo ci sono da riempire ancora le caselle di Ad di Staff ma anche della stessa Diesel, dopo l’uscita di scena di Bogliolo andato a guidare Tiffany, in un ruolo di non poco rilievo visto il lavoro di pulizia e rilancio in corso sull’«ammiraglia» messo in moto da Rosso con il rientro un anno fa.
Ma si vedrà anche se decollerà già a inizio 2018 il passaggio di testimone tra Rosso e il figlio Stefano, spedito negli Usa a presidiare il mercato americano al posto di Tommaso Brusò, divenuto direttore operativo di Benetton group. Una mossa studiata come il passo finale per la successione: «Gli mancava una forte esperienza sul campo - aveva affermato a giugno Rosso in una intervista al Corriere della Sera -. Visto che dovrà prendere il mio posto, Stefano dovrebbe uscire dall’esperienza americana con le spalle rafforzate».