Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Fabio morto annegato, indagato il datore di lavoro Il titolare: «La Procura deve scoprire cosa è successo. Era esperto e prudente». L’autopsia: niente tracce di malore
«Io indagato? E’ una cosa che accetto e che rispetto, la procura deve fare tutti gli accertamenti per scoprire cosa è successo».
E’ passato qualche giorno ma la voce di Pietro Tosi, titolare di «Laguna Trasporti e Manutenzioni», datore di lavoro di Fabio Gasparini, continua a tremare quando ne parla. Al momento è l’unico iscritto nel registro degli indagati nell’inchiesta per omicidio colposo aperta dalla procura dopo la morte del diciottenne che venerdì pomeriggio è caduto in acqua a Sacca Sessola, mentre trasportava della merce in barca. Tra lui e Fabio c’era un rapporto speciale che andava oltre il lavoro. Era stato lui, riconoscendo la grande passione del giovane per le barche, a insegnargli le regole del mestiere. Da fine novembre il ragazzo aveva cominciato uno stage in azienda. Il titolare si fidava molto di lui. «Fabio andava sempre piano in barca, era esperto – dice Tosi - magari c’entra il moto ondoso, ma non voglio spingermi a fare ipotesi perché non spetta a me». Fabio aveva frequentato l’istituto nautico Giorgio Cini e il suo amore per le barche è evidente anche dal suo profilo Facebook, dove le foto lo ritraggono quasi sempre a bordo. Venerdì pomeriggio era uscito insieme a un collega, che poco prima dell’incidente era sceso per una consegna. Il giovane aveva continuato il giro e, tra Sacca Sessola e San Clemente, è morto. Lo hanno trovato in acqua, la barca che girava con il motore acceso. La morte per annegamento è stata confermata ieri dall’autopsia. Il medico legale Antonello Cirnelli, che ha eseguito l’esame in presenza di un consulente della difesa, rappresentata dall’avvocato Andrea Niero, non ha riscontrato segni di traumi o lesioni. Fabio, quindi, non ha battuto la testa prima di finire in acqua. E niente, al momento, fa pensare che possa aver accusato un malore, si dovranno attendere gli esiti degli esami istologici e tossicologici.
Ma, allora, cosa è successo in quegli attimi? Fabio potrebbe aver perso l’equilibrio magari a causa di un’onda ed essere, perciò, caduto, magari svenendo nell’impatto con l’acqua gelida. Solo qualche minuto dopo un dipendente Actv, che stava facendo rientro al Tronchetto con una barca da cantiere, ha notato l’imbarcazione girare intorno senza conducente a bordo. Si è fermato e ha visto il corpo del giovane, ormai morto. Il pm Stefano Buccini, titolare dell’inchiesta, con ogni probabilità disporrà accertamenti anche sulla barca che a un primo esame risultava intatta. Tra le ipotesi, infatti, non si esclude nemmeno un’avaria che possa aver messo in difficoltà il 18enne. Chi lo conosceva, in attesa di dargli l’ultimo saluto al funerale che si terrà probabilmente sabato nella basilica di San Pietro a Castello, aspetta di sapere la verità. «Fabio era un ragazzo d’oro, l’ho sempre aiutato – continua Tosi - Lo faccio volentieri con i giovani per il lavoro». Qualche settimana fa Tosi aveva dovuto fare i conti con un episodio inquietante. Qualcuno aveva appiccato il fuoco distruggendo un suo mototopo ormeggiato alla Giudecca.