Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Bova, Francini e la crisi di coppia «Due» a Mestre

Da stasera a Mestre, poi a Thiene, Padova e Verona: l’attore e Chiara Francini protagonis­ti della pièce di Miniero. La partenza difficile di una convivenza, fra ironia e delusioni. «Rispecchia un’esperienza che appartiene a ciascuno di noi»

- Barone

«Due»: il titolo è estremamen­te conciso, ma perfetto per mettere a fuoco la tematica della pièce scritta dal regista Luca Miniero e dall’animatore satirico Astutillo Smeriglia. Il cineasta napoletano, noto al grande pubblico per il successo ottenuto con Benvenuti al Sud e il sequel Benvenuti al nord, approda per la prima volta al teatro dirigendo due brillanti artisti, Raul Bova e Chiara Francini nei panni di una coppia fresca di matrimonio. Lo spettacolo è in cartellone da stasera (ore 19.30) a domenica (ore 16.30) al Toniolo di Mestre, e da martedì 19 a giovedì 21 (ore 20.45) al Teatro Comunale di Thiene. Sarà poi al Verdi di Padova dal 31 gennaio 2018 e al Teatro Nuovo di Verona dal 27 febbraio.

La storia è quella di due giovani sposi, Marco (Raoul Bova) e Paola (Chiara Francini): l’arrivo nella nuova casa li mette bruscament­e di fronte a problemi fino a quel momento ignorati o sottovalut­ati e li costringe a fare i conti con se stessi già al primo giorno di convivenza, mentre ancora stanno montando il letto matrimonia­le. A innescare lo scontro sono le domande che Paola pone a Marco sul loro futuro di coppia, su quali saranno i loro rapporti, su come potrà trasformar­si il loro amore.

«A spingermi a tornare su un palcosceni­co dopo 17 anni spiega Raul Bova - sono stati proprio la scrittura e i contenuti di questo testo originale e leggero, ma al tempo stesso capace di andare in profondità. Mi sono trovato in sintonia con l’argomento perché, pur non essendo autobiogra­fico in senso stretto, rispecchia l’esperienza amorosa che appartiene a ciascuno di noi, e quindi ognuno può trovare qualcosa di sé. Per un attore interpreta­re è prima di tutto

capire a fondo il senso di quello che fa». Lo spettacolo ha avuto molto successo sia tra i giovani che tra le persone mature, evidenteme­nte attratti

dalla vicenda rappresent­ata.

«Penso che giochi molto il fatto di vedere oggettivat­i sulla scena speranze e delusioni che tutti viviamo. È un’occasione

per riflettere sul rapporto che ci lega a chi ci sta accanto e forse è anche un modo per trovare risposte a molti dubbi e interrogat­ivi. Credo che oggi i matrimoni vadano in crisi più facilmente perché non si accetta come una volta di vivere una storia finita, che ti fa sentire in gabbia. Bisogna però dire che la ricerca perenne della felicità porta spesso ad aspettarsi dal partner la soluzione ai propri problemi senza voler crescere in maniera autonoma e consapevol­e: da qui delusione e crisi». « Credo che ognuno di noi abbia un’anima gemella - sostiene Chiara Francini che da poco ha pubblicato un romanzo sull’amore, Non parlare con la bocca piena -. Il mio partner ideale è un uomo intelligen­te, solido e riconoscen­te. In un rapporto bisogna ascoltarsi dentro e anche saper ascoltare chi ti sta accanto. E poi sono importanti la pazienza, il rispetto e la gratitudin­e».

«Il rispetto è fondamenta­le – concorda Bova -. Non ci sono teorie vincenti o soluzioni miracolist­iche. Il crollo finale del letto che il protagonis­ta va montando è una metafora del crollo di tutti gli stereotipi sulla vita di coppia: non c’è pessimismo, ma sano realismo».

 ??  ?? Metafora Chiara Francini e Raul Bova, protagonis­ti di «Due»
Metafora Chiara Francini e Raul Bova, protagonis­ti di «Due»
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy