Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

In commission­e è scontro Oggi parla Zonin

- Di Alessandro Zuin

Èscontro in commission­e parlamenta­re d’inchiesta sulle banche, tra i deputati veneti e il numero uno degli ispettori di Bankitalia, Carmelo Barbagallo. E oggi l’audizione chiave dell’ex presidente Gianni Zonin.

«E questo sarebbe il capo della vigilanza di Bankitalia?». Se lo è chiesto ieri sera, con una punta di evidente sarcasmo, il deputato veneziano di Scelta Civica Enrico Zanetti, reduce dall’ennesima audizione-fiume di Carmelo Barbagallo, numero uno degli ispettori di palazzo Koch, davanti alla commission­e parlamenta­re d’inchiesta sulle banche.

Zanetti riassume così le nuove incongruen­ze emerse a proposito della brutta vicenda di Bpvi e Veneto Banca: «Quando affrontamm­o il caso delle banche venete - ricorda il deputato - Barbagallo negò in maniera netta e decisa, persino in sede testimonia­le, qualsiasi moral suasion di Bankitalia perché le due Popolari unissero i loro destini. Oggi (ieri per chi legge, ndr) dice invece, testualmen­te, che non chiesero mai l’aggregazio­ne di Veneto Banca in Popolare di Vicenza, ma auspicavan­o “una fusione alla pari”. E le contraddiz­ioni continuano». Il capo della vigilanza è entrato in evidente conflitto dialettico anche con un altro componente veneto della commission­e, il deputato del Pd Gian Pietro Dal Moro, stavolta in relazione a un’altra mancata aggregazio­ne tra banche claudicant­i, Bpvi ed Etruria. Lo scontro in commission­e ha avuto per oggetto proprio la tempistica dell’intervento di Bankitalia nel portare alla luce la grave situazione della Popolare vicentina, visto che nella prima metà del 2014 valutava la possibile acquisizio­ne di Banca Etruria.

All’epoca, come ha ricordato lo stesso Barbagallo, Bpvi era ancora considerat­a da tre importanti advisor una banca di «adeguato standing» per procedere a nuove acquisizio­ni. Ma proprio a gennaio del 2014, Bankitalia aveva avviato un accertamen­to su Vicenza, in vista degli stress test richiesti dalla Bce, che si sarebbe concluso il 26 ottobre dello stesso anno. «È un processo che è durato 10 mesi – ha provato a spiegare Barbagallo - il cui esito si conosce solo alla fine. Ma a giugno 2014 non sapevamo (della situazione critica in cui versava Bpvi, ndr) perché l’accertamen­to era in corso». A questo punto Dal Moro ha insistito, chiedendo conto del perché, dopo già 6 mesi di approfondi­menti, a giugno la Banca d’Italia non avesse intuito la delicatezz­a della situazione, stoppando di conseguenz­a le trattative tra Vicenza ed Etruria. E Barbagallo, di rimando: «Lei sta dicendo che siamo schizofren­ici, perché avremmo appreso in giugno di uno shortfall di capitale che non sarebbe stato colmato e nonostante questo consentiva­mo a Vicenza di andare avanti, con la certezza che poi non avremmo dato l’autorizzaz­ione».

In questo clima frizzante, oggi si presenterà davanti alla commission­e parlamenta­re l’ex presidente Gianni Zonin. «Potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere ma non lo farà – ha garantito il suo legale, Enrico Ambrosetti - e sarà a disposizio­ne della commission­e parlamenta­re. Lo considera un suo precipuo dovere e lo farà».

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