Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
In commissione è scontro Oggi parla Zonin
Èscontro in commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche, tra i deputati veneti e il numero uno degli ispettori di Bankitalia, Carmelo Barbagallo. E oggi l’audizione chiave dell’ex presidente Gianni Zonin.
«E questo sarebbe il capo della vigilanza di Bankitalia?». Se lo è chiesto ieri sera, con una punta di evidente sarcasmo, il deputato veneziano di Scelta Civica Enrico Zanetti, reduce dall’ennesima audizione-fiume di Carmelo Barbagallo, numero uno degli ispettori di palazzo Koch, davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche.
Zanetti riassume così le nuove incongruenze emerse a proposito della brutta vicenda di Bpvi e Veneto Banca: «Quando affrontammo il caso delle banche venete - ricorda il deputato - Barbagallo negò in maniera netta e decisa, persino in sede testimoniale, qualsiasi moral suasion di Bankitalia perché le due Popolari unissero i loro destini. Oggi (ieri per chi legge, ndr) dice invece, testualmente, che non chiesero mai l’aggregazione di Veneto Banca in Popolare di Vicenza, ma auspicavano “una fusione alla pari”. E le contraddizioni continuano». Il capo della vigilanza è entrato in evidente conflitto dialettico anche con un altro componente veneto della commissione, il deputato del Pd Gian Pietro Dal Moro, stavolta in relazione a un’altra mancata aggregazione tra banche claudicanti, Bpvi ed Etruria. Lo scontro in commissione ha avuto per oggetto proprio la tempistica dell’intervento di Bankitalia nel portare alla luce la grave situazione della Popolare vicentina, visto che nella prima metà del 2014 valutava la possibile acquisizione di Banca Etruria.
All’epoca, come ha ricordato lo stesso Barbagallo, Bpvi era ancora considerata da tre importanti advisor una banca di «adeguato standing» per procedere a nuove acquisizioni. Ma proprio a gennaio del 2014, Bankitalia aveva avviato un accertamento su Vicenza, in vista degli stress test richiesti dalla Bce, che si sarebbe concluso il 26 ottobre dello stesso anno. «È un processo che è durato 10 mesi – ha provato a spiegare Barbagallo - il cui esito si conosce solo alla fine. Ma a giugno 2014 non sapevamo (della situazione critica in cui versava Bpvi, ndr) perché l’accertamento era in corso». A questo punto Dal Moro ha insistito, chiedendo conto del perché, dopo già 6 mesi di approfondimenti, a giugno la Banca d’Italia non avesse intuito la delicatezza della situazione, stoppando di conseguenza le trattative tra Vicenza ed Etruria. E Barbagallo, di rimando: «Lei sta dicendo che siamo schizofrenici, perché avremmo appreso in giugno di uno shortfall di capitale che non sarebbe stato colmato e nonostante questo consentivamo a Vicenza di andare avanti, con la certezza che poi non avremmo dato l’autorizzazione».
In questo clima frizzante, oggi si presenterà davanti alla commissione parlamentare l’ex presidente Gianni Zonin. «Potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere ma non lo farà – ha garantito il suo legale, Enrico Ambrosetti - e sarà a disposizione della commissione parlamentare. Lo considera un suo precipuo dovere e lo farà».