Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Coimpo, le intercetta­zioni incastrano l’uomo chiave Spunta un altro indagato

Traffico rifiuti, spunta l’ipotesi corruzione. Per il pm le intercetta­zioni incastrere­bbero l’ex direttore Luise

- Antonio Andreotti Natascia Celeghin

Ha respinto ogni accusa l’ex direttore tecnico della Coimpo, Mauro Luise, in carcere. «Ai tempi dell’indagine ero in Romania», ha detto al giudice. Secondo le intercetta­zioni, però, avrebbe continuato a dirigere l’azienda anche dall’estero. Intanto c’è un secondo pubblico ufficiale indagato per corruzione.

Si allarga l’inchiesta della procura rodigina sulle presunte convivenze degli enti pubblici nelle attività di sversament­o di rifiuti in due fondi agricoli di Adria tra 2010 e 2014 di Coimpo, lo stabilimen­to adriese di lavorazion­e fanghi nel quale persero la vita quattro lavoratori il 22 settembre 2014. Dopo l’arresto, da parte della Direzione distrettua­le di Venezia, di sei dei vertici dell’azienda, nel registro degli indagati aperto dalla procura di Rovigo figura non solo un dipendente della Provincia, all’epoca dei fatti nell’ufficio per le emissioni in aria e acqua ed oggi in servizio in tutt’altro settore, ma anche un ex pubblico ufficiale oggi in pensione. Il primo avrebbe chiuso un occhio sui controlli ambientali di competenza della Provincia. Il secondo avrebbe dato informazio­ni riservate ai vertici di Coimpo, procurando all’azienda un ingiusto profitto.

L’ipotesi del pm rodigino Sabrina Duò, che ha aperto un fascicolo per corruzione ed abuso d’atti d’ufficio, è quindi che lo stabilimen­to abbia potuto operare indisturba­to per anni grazie a controlli insufficie­nti e informazio­ni riservate.

Intanto ieri solo una delle sei persone arrestate ha risposto alle domande del gip di Venezia Barbara Lancieri durante l’interrogat­orio di garanzia. Mauro Luise, 57enne di Adria ex direttore tecnico della Coimpo che da domenica è in carcere a Venezia, si è difeso sostenendo che nel periodo sotto indagine abitava già in Romania e quindi era fuori dalla gestione diretta dello stabilimen­to. A contrastar­e questa linea difensiva ci sarebbero però numerose intercetta­zioni telefonich­e dalle quali emergerebb­e, invece, che Luise avrebbe continuato a gestire la Coimpo anche dall’estero. Si sono invece avvalsi della facoltà di non rispondere i quattro finiti ai domiciliar­i, Alessia Pagnin, 41enne di Noventa Padovana componente del consiglio di amministra­zione della Coimpo; Rossano Stocco, 57 anni, di Villadose, legale rappresent­ante della Agribiofer­t di Villadose che aveva in gestione delle vasche di stoccaggio nell’azienda adriese; Mario Crepaldi, 62 anni di Adria dipendente Coimpo; Glenda Luise, 27enne adriese ex componente del Cda dell’azienda. Deve ancora essere interrogat­o Gianni Pagnin, 66 anni di Noventa Padovana, ex componente del cda Coimpo e ora in carcere a Padova.

Intanto non sembra a rischio la maggioranz­a di centrodest­ra del sindaco di Adria Massimo Barbujani. L’unico a chiedere le dimissioni di «Bobo» Barbujani è il capogruppo del Pd in consiglio comunale, Sandro Gino Spinello. Torna sulla questione anche lo stesso Barbujani che ripercorre le vicende che avevano portato alla cacciata dalla sua giunta dell’ex assessore Giorgia Furlanetto che, per prima, aveva associato il sindaco alla Coimpo. «Furlanetto aveva mancato di rispetto al mio ruolo di sindaco ma sul suo percorso per la Coimpo ha sempre avuto la mia approvazio­ne- spiega BarbujaniS­pinello pensi ad altro». E mentre la maggioranz­a si stringe attorno al sindaco, M5s sottolinea la sua fiducia nella magistratu­ra senza puntare alla testa del primo cittadino.

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Interrogat­o Ieri mattina l’ex direttore tecnico della Coimpo è stato sentito dal gip

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