Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Sentenza in 23 anni «Ministero sordo va commissari­ato»

- VENEZIA

Ricorso al Tar Il legale si è rivolto ai giudici

A luglio aveva dato un ultimatum al ministero della Giustizia, minacciand­o di andare a Roma con l’ufficiale giudiziari­o. Ma tutti i beni del ministero sono «blindati» e dunque all’avvocato Antonio Forza, che rappresent­a le famiglie dei sei giovani di Portogruar­o coinvolti nella tragedia del 1988 mentre andavano all’Oktoberfes­t di Monaco, non resta che una strada: il ricorso al Tar di Trento perché imponga agli uffici guidati da Andrea Orlando di ottemperar­e a quanto disposto ormai tre anni fa, pena la nomina di un commissari­o per farlo. Ricorso che è già stato notificato nei giorni scorsi.

La vicenda surreale nasce da un fatto di cronaca terribile e straziante per le sei famiglie veneziane: era il 30 settembre del 1988 e i giovani amici stavano andando a Monaco con un camper affittato. Alle 4,35 del mattino, il ragazzo che era alla guida (non si è mai saputo chi fosse) aveva commesso un’imprudenza, fermandosi nella corsia di emergenza di un viadotto in Austria perché travolto dalla stanchezza: gli amici ebbero la sfortuna di venire centrati a 100 chilometri all’ora da un camion il cui autista ebbe anch’egli un colpo di sonno, scaraventa­ndoli giù dal ponte. Tutti morti, tranne una ragazza, oggi sposata e madre di un bambino dopo numerose operazioni, ma che porterà sempre il peso di quella vicenda nel cuore.

La superstite e le famiglie delle vittime fecero subito causa alle assicurazi­oni e dopo 11 anni, nel 2000, il tribunale di Treviso dispose un risarcimen­to di circa due miliardi di lire complessiv­i. La vicenda però proseguì in Corte d’appello (sentenza del 2007) e in Cassazione (sentenza definitiva del 2013), dove venne confermato il milione di euro. Una causa infinita, per la quale l’avvocato Forza contestò la violazione della «legge Pinto» sulla ragionevol­e durata dei processi. La Corte d’appello di Trento gli diede ragione, imponendo un pagamento di 13.500 euro a ricorrente, per un totale di 200 mila euro. Ma da Roma non si è mosso nulla. «Ogni commento è superfluo», taglia corto Forza. (a. zo.)

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